È giovanissima (26
anni) e famosa. Probabilmente, solo perché lei,
un giocatore, se l'è sposato. Ora, dopo ospitate
televisive e appuntamenti mondani, Rita Montella,
moglie dell'aeroplanino della Roma, comincia a muovere
i primi passi nel mondo dello spettacolo che - si
sa - va a braccetto con quello del calcio. Una "comparsata"
in un film di Vincenzo Salemme e, da ottobre, in
teatro col regista napoletano. Tutto merito del
cognome acquisito?
Come vi siete conosciuti lei e Montella?
Ci siamo incontrati per strada. Vincenzo giocava
nelle giovanili dell'Empoli. Io avevo 15 anni, lui
16 e non era affatto famoso.
Ora sì, però. È cambiata la vita?
Sì, ma non eccessivamente.
A Trigoria, i tifosi saltano addosso a Vincenzo.
E sotto casa vostra, ci passano ore e ore. La infastidiscono?
No, non direi proprio. Magari capita di trovare
il maleducato, ma succede raramente. Il più delle
volte, vogliono solo far sentire a Vincenzo quanto
gli vogliono bene. |
|
Rita Montella
|
|
|
E quando si tratta di tifose? Vincenzo Montella
è uno dei calciatori più gettonati tra le ammiratrici.
Mi fa piacere. Sapere che tante donne sono innamorate
di mio marito, per me, è motivo di orgoglio. Senz'altro
lo guarderanno così perché è un calciatore ed è famoso,
ma credo che sia anche molto carino. Quindi, tutto sommato,
non ci trovo nulla di strano. Lui dice che è il fascino
della maglietta. Non fosse per quella, non avrebbe tante
fan.
Si dicono innamorate sul serio, però.
Certo, loro lo vedono come un idolo. Io l'ho conosciuto
che ero talmente piccola... E poi sono sempre stata
una ragazzina anomala: se incontravo qualcuno famoso,
mi giravo dall'altra parte per non dargli soddisfazione.
Non mi sono mai piaciute queste cose.
Non approva, dunque.
La maggior parte di loro fa tenerezza. Molte sono davvero
piccoline. Le vedi che ti guardano con occhi sognanti.
Si è mai arrabbiata con loro?
A dire la verità, non è mai successo. Vengono sotto
casa, aspettano che Vincenzo torni o esca. Ci sono ragazzi,
ma anche signore e signori di una certa età. È molto
vasto il panorama della tifoseria che viene sotto casa
nostra e, comunque, non danno quasi mai fastidio. È
successo solo una volta che hanno suonato il campanello
dopo le 11 e mezzo di sera e abbiamo fatto fatica a
riaddormentare il bambino. In quel caso ci siamo arrabbiati.
Essere famosi non giustifica il fatto che chiunque possa
suonare al citofono a qualsiasi ora del giorno e della
notte. Un po' di rispetto ci vuole sempre.
Come si chiama il bambino?
Alessio. Ha 3 anni.
Pare che anche lei abbia molti ammiratori. Ci sono
diversi siti Internet a lei dedicati. Rovesciando le
parti, suo marito che dice?
Io, sinceramente, non mi rendo conto di questa cosa.
Anzi, mi sembra che tutti gli occhi siano sempre puntati
su di lui. Io e Vincenzo viviamo tutto con molta serenità,
perché - comunque - sono cose che rimangono fuori del
nostro rapporto. A volte ci scherziamo su con delle
battute. Io, ad esempio, gli dico: "Ah, stai diventando
geloso" e lui mi tiene il gioco. Però rimane tutto sullo
scherzo.
Perché secondo lei tante ragazzine sognano di sposare
un calciatore? Lei, da moglie di giocatore, che cosa
può dire?
Non lo so il perché. Probabilmente, visto dall'esterno,
il calciatore rappresenta uno stile di vita al di sopra
di ogni altro. Si crede che il calciatore viva in un
mondo dove tutto è semplice e tutto è permesso. In un
mondo ovattato; in un sogno, in cui si possono avere
le cose più belle, dove si può comprare tutto ciò che
si vuole. Dal di fuori possiamo sembrare divi di Beautiful,
ma la gente deve sapere che è un ambiente duro, con
invidie e falsità. Bisogna sempre guardarsi le spalle:
sembra che siano tutti amici, ma quando le cose vanno
male ti ritrovi solo. Noi per fortuna abbiamo dei veri
amici che conosciamo da anni e che non hanno nulla a
che fare col mondo del calcio. Ci sentiamo tutelati
per questo. Ne ho viste talmente tante in quest'ambiente…
Allora non è come sembra?
No, non è tutto oro. Sicuramente, rispetto a tanti altri
lavori, quello del calciatore offre molto di più, ma
a volte c'è bisogno di qualcosa che non sia solo materiale.
C'è bisogno di umanità. E, in questo mondo, spesso manca.
In teatro con Vincenzo Salemme a ottobre. Quale sarà
il suo ruolo?
È ancora presto. Non ne parlo un po' per scaramanzia,
un po' perché ancora non è stato deciso niente.
|