Gli Ultrattivi Altamura, l’azionariato popolare puro a lievitazione naturale
Pubblicato il 28/04/2014
ALTAMURA – In quattro stagioni sono arrivati dalla terza alla prima categoria pugliese. Quattro anni senza un “patron”, ma con circa cento proprietari. Gli Ultrattivi Altamura hanno festeggiato la seconda promozione della loro breve storia davanti a più di mille tifosi assiepati sulle gradinate del “Cagnazzi”, storico rettangolo in terra battuta.
Quello altamurano è il trionfo dell’azionariato popolare totale in salsa italiana. Partito nel 2009 da un gruppo di under 30 con il finanziamento “Principi Attivi” della Regione Puglia dedicato alle iniziative giovanili culturali e sociali, il progetto ha raccolto 5 mila iscritti al sito pronti a sostenere la squadra che stava per nascere. Con un sondaggio online si è scelta la strada da seguire: “Bocciata l’acquisizione di un titolo sportivo già esistente – racconta il presidente Giacinto Fiore – siamo partiti per scelta dalla terza categoria, siamo abituati a soffrire”. Il 2009 era l’anno dell’Altamura dei record… negativi: oltre 300 gol subiti dalla Leonessa Altamura che guadagnò gli onori delle telecamere di Quelli che… il calcio, con Simona Ventura divertita a sfottere i malcapitati: “Noi under 30 di allora però guardavamo quel che succedeva da tempo in Spagna e Germania – dice Fiore – con il coinvolgimento della gente facevano crescere la propria squadra e sfruttando soprattutto internet abbiamo sempre permesso, prima ai soci paganti poi a tutti, di suggerire all’allenatore la formazione da schierare in campo: non sempre il tecnico si è adeguato ai suggerimenti, ma ogni decisione è sempre stata presa con grande trasparenza e partecipazione di tutti”.
Cinque anni fa poteva essere un esperimento, oggi è un’idea innovativa capace di fare aggregazione in modo trasversale, dai più giovani ai più anziani, dagli imprenditori ai dipendenti: “Abbiamo creato un clima familiare tra dirigenti, squadra e tifosi – racconta il direttore sportivo Giuseppe Clemente – chi sostiene il progetto non lo fa solo mettendo una piccola quota in denaro, ma lavorando dallo spogliatoio al campo”. È così che il bilancio sta in piedi: “Con i contributi degli sponsor sosteniamo buona parte delle spese per la prima squadra – dice Clemente – con le quote dei soci ultrattivi riusciamo a pagare l’affitto della sede e l’assicurazione del pulmino per il settore giovanile”.
Se c’è una cosa che non manca agli Ultrattivi è l’ambizione: “Fra 15 anni potremmo essere in serie A – dice il presidente Fiore sorridendo, ma con la faccia di uno che non sta per niente scherzando – vorremmo farlo con le nostre gambe e le potenzialità di questo territorio, per questo lo scorso anno abbiamo lanciato il Campus cresci bene e dopo due mesi siamo entrati nella rete delle cento scuole calcio dell’Udinese”. Il campus raccoglie circa 120 bambini under 15 impegnati non solo con gli allenamenti in campo, ma anche con lezioni di lingua inglese fino ai laboratori di falegnameria, pasticceria e panificazione: “Il Campus si regge economicamente da solo – spiega Clemente – con una piccola retta annuale pagata dalle famiglie e con i docenti che sono gli stessi soci ultrattivi”.
Tra i docenti dei laboratori c’è il vice presidente Nicola Anselmo, maestro panificatore nella capitale del pane pugliese. Prima sostenitore come sponsor, poi tifoso e oggi dirigente tra i più convinti: “Da padre sono convinto che questo progetto, fatto dai ragazzi per i ragazzi, può arrivare lontano – racconta, con gli occhi grandi e la voce rotta dall’emozione – osservo i bambini in campo e che si divertono al Campus ed è spettacolare, non c’è denaro che possa reggere il confronto”.
[…] in Puglia sono partiti dal 2009, quando ad Altamura, patria del pane, ha cominciato a lievitare l’associazione Ultrattivi. Nata da un gruppo di under 30, l’associazione ha sfruttato un finanziamento della Regione Puglia […]