Italia e Croazia: valutazioni ambientali a confronto


Pubblicato il 23/03/2014                          


Il parlamento croato aveva approvato nel 2009 un impianto simile a quello di Porto Levante nell’isola di Castelmuschio a Velia. Nel 2012 però, al momento della proroga dell’autorizzazione di impatto ambientale, il ministero dell’Ambiente croato negò la proroga perché, a suo parere, gli studi di impatto ambientale avevano trascurato di analizzare la tecnologia di raffreddamento e le conseguenze per la flora e la fauna marina dovute ai composti del cloro.

Le preoccupazioni espresse dal ministero dell’Ambiente croato trovano un riscontro solo parziale nelle valutazioni di impatto ambientale per il rigassificatore di Porto Viro.

VIA CROAZIA

VIA CROAZIA
Picture 11 of 12

Nella valutazione di impatto ambientale il ministero dell'Ambiente croato scrive: "La tecnologia a circuito aperto è utilizzata nel 70% degli impianti, mentre quella a circuito chiuso nel 25%. La differenza tra le due sta nel fatto che i primi producono emissioni in mare mentre i secondi nell'aria. Le emissioni aeree possono essere ridotte mentre gli impatti di un rigassificatore a circuito aperto, come la morte del plancton, lo scarico di acque fredde e clorate, non possono essere evitati. Inoltre è impossibile quantificare accuratamente in anticipo questo impatto. A causa di questo il ministero dell'Ambiente e della protezione della natura ha stimato l'impatto del rigassificatore a circuito aperto inaccettabile e ha respinto la richiesta di proroga presentata da Adrian LNG"

I commenti sono chiusi