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breve storia
di Seimilano
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La scaletta flessibile, incubo della regia

Servizi che arrivano dopo la sigla, cambiamenti all'ultimo minuto,
difficoltà tecniche. Il conduttore deve essere pronto a tutto

il video
adsl

Le corse in regia con il master in mano. Quando parte la sigla e la conduttrice sta già per lanciare il servizio. In regia si vede questo e altro: cassette droppate, audio sbagliati, immagini tremolanti. Tutto sembra perduto, ma... "Ok, c'è". Parole magiche, la giornalista in studio tira un respiro e sorride.
Ai tanti piccoli intoppi quotidiani del videogiornalista rimediano loro, i tecnici di Seimilano. A volte è uno sforzo titanico. "In molte tv
- spiega Dario Sacchi, uno dei jolly di Seimilano - ci sono tre addetti ai mixer audio, video e alla titolatrice, altri due si occupano della produzione. Fanno cinque, di cui minimo tre sempre in regia. Noi siamo due in tutto".

I tecnici della regia finalizzano le produzioni dell'emittente: coordinano e mettono in onda i programmi. Fra questi c'è ovviamente Zona Reporter, il telegiornale, che è il vero banco di prova per la televisione. É nel tg infatti che Seimilano rivela l'anima della city television, con la sua attenzione ai problemi della metropoli. Tutto deve funzionare alla perfezione e i tecnici gestiscono la parte finale e decisiva di questo processo, quando diventano davvero notizie per il pubblico, quelli che al mattino erano solo fatti. É un compito delicato. Reso più difficile dalla natura stessa del videogiornalismo.

In una tv tradizionale, dove ci sono cameramen, montatori, procedure e tempi rigorosi l'imprevisto è un evento eccezionale. Per Seimilano il discorso è diverso. Capita più spesso che il videoreporter arrivi tardi in redazione e non riesca a montare un pezzo in tempo per il tg. Allora si la scaletta cambia, bisogna coprire il buco. Il conduttore in quelle situazioni deve improvvisare e può contare solo su se stesso e sulla regia.

Per Dario, vedere che un programma viene bene è una vera soddisfazione. "I momenti peggiori invece sono quando si sbaglia. Gli errori più gravi che si possono fare - racconta il tecnico - sono due: se la conduttrice lancia un servizio e ne parte un altro oppure se va in onda il nero (lo schermo senza immagini), perchè non c'è un pezzo". Ma la parte più bella è il fuori onda, un attimo prima della sigla o durante la pubblicità. "Chi sta a casa non può sentire: quelli sono i momenti in cui il conduttore è più umano e ci si diverte. Si crea una grande intimità fra giornalista e regia".

per capirsi in redazione

coprire: quando il pezzo è stato scritto e l'audio registrato, bisogna montare le immagini girate sullo speach
drop:
se la cassetta è rovinata si vedono quadratini e imperfezioni sul video
farlocco:
l'epiteto più diffuso a Seimilano quando si sbaglia francobollo: nel montare in sequenza le immagini rimane un frame indesiderato fra due inquadrature
macchia:
notizia di 15 righe letta dal conduttore mentre scorrono sullo schermo le immagini
master:
la cassetta su cui sono registrati tutti i servizi di un giornalista (quella che vola in regia)
mos (men on the street):
sequenza di interviste alla gente per la strada
speakerare:
registrare il proprio speach, il testo letto in un servizio