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Un
esemplare di nutria
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Un
agricoltore arriva con un trattore sulla piazza di Pomponesco,
provincia di Mantova. Ha con sé cinque nutrie, vive.
Le libera sotto gli occhi esterrefatti della gente. L'uomo protestava
così per non aver ricevuto la taglia promessa dal
comune a chi uccidesse i vivaci roditori.
Il
copione di questa storia è molto simile alla vicenda del gambero
killer. Solo che qui, il protagonista è un roditore: la nutria,
appunto. Il nome scientifico è Myocastor coypus. Ma chi l'ha
importata in Italia negli anni '20 dal Sudamerica come animale
da pelliccia la vendeva come "castorino". Per la gente
comune è semplicemente un grosso "topastro".
Per l'ambiente dove si diffonde costituisce però una vera
e propria emergenza ambientale. Proprio
come succede a Mantova. Lì il roditore sudamericano arrivò
venticinque anni fa. Una ditta locale di pellicce
chiese a qualche contadino del posto di allevarne qualcuno. Le mode
cambiano, si sa. E la pelliccia, presto, divenne il bersaglio degli
ecologisti. La ditta mantovana fallì. E con il fallimento
arrivò la libertà per gli animali. Qualcosa di molto simile,
appunto, a quanto successo a Massaciuccoli con il gambero rosso
americano. Nel mantovano, e in tutte le zone ricche di corsi d'acqua
del Nord Italia, tra Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto
la nutria si è diffusa con velocità impressionante.
Dove
si insedia invade laghi, fiumi, canali. Anche
la nutria, come il gambero americano, distrugge gli argini
scavando le tane e, essendo erbivora, arreca danni alle coltivazioni.
Diffonde inoltre, come i topi, la leptospirosi, malattia
pericolosa anche per gli uomini. Decine di comuni del mantovano,
parmense, cremonese e nel rodigino (la provincia di Rovigo), si
sono alleati per dare battaglia al roditore. Mettendo in
atto quello che gli ambientalisti, protestando, definiscono "uno
sterminio".
Decine
di trappole contenenti cloroformio disseminate nelle campagne
e lungo i fiumi. Le nutrie, addormentate, vengono poi finite
a colpi di bastone. C'è addirittura una taglia: circa
3 euro per chiunque ammazzi una nutria. E poi? Le carcasse
finiscono a una ditta che produce farine animali. Mangimi
insomma per animali. Proprio come quelli accusati di aver provocato
il morbo della mucca pazza. E' davvero la soluzione all'emergenza
ambientale?
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