Roditori, tartarughe, formiche. Alla conquista dei continenti
Mamma, arrivano gli alieni!
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Scoiattoli & co.
   
Una formica argentina linepithema humile
Una formica argentina linepithema humile

Lo dice il ministero dell'Ambiente: in Italia le specie "aliene", ossia non originarie del nostro paese, sono 129, solo per limitarsi a mammiferi e uccelli.

Nel Nord Italia, è lo scoiattolo grigio nordamericano, Sciurus caroliniensis, a farla da padrone. Sta soppiantando il nostrano scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris); danneggia l'ambiente predando uova e piccoli di uccelli. E'diffuso in Piemonte, Lombardia e Liguria. Solo nelle province di Torino e Cuneo dove nel 1948 arrivarono le prime due coppie (anche in questo caso per allevamento e per pelliccia), gli individui attualmente censiti sono più di 10 mila.

Il silvilago, Silvilagus floridanus, parente stretto di coniglio e lepre fu introdotto in Italia per motivi venatori. Avrebbe dovuto "semplicemente" rimpinguare le schiere esigue delle lepri nostrane. Ma, oltre a riprodursi a velocità impressionante, è portatore di malattie pericolose per animali domestici e selvatici.

Introdotto nei laghi di pesca sportiva italiani dai Balcani, il siluro, Silurvs glanis, si è diffuso a macchia d'olio in fiumi e laghi di tutto il nord Italia. Si adatta all'inquinamento e, soprattutto, va a "caccia" di notte, quando le sue prede dormono. Anche il persico trota, detto boccalone, Micropterus salmoides, e il persico sole, Lepomys gibbosus, sono stati introdotti nel lago di Massaciuccoli per la pesca sportiva e, data la loro voracità, hanno avuto il sopravvento sul locale luccio, Esox lucius.

Il gobbo della Giamaica (Oxyura jamaicensis) è un'anitra migratrice. Fu introdotta da un collezionista negli anni Cinquanta in Inghilterra. Da lì si è diffuso in tutta l'Europa meridionale, Italia compresa. Mettendo a rischio il già raro gobbo rugginoso, Oxyura leucocephala, specie autoctona.

I turisti sono i responsabili dell'introduzione in Italia delle tartarughe Trachemys scripta elegans originarie del sud degli Stati Uniti e del Brasile. Anche se poi una leggenda metropolitana sulla loro aggressività ha portato a decine di casi di abbandono. Questi animali, però, non sono in grado di sopravvivere all'inverno italiano: nei paesi originari sono infatti spesso sottoposte a trattamenti farmacologici contro eventuali ceppi di salmonella. Operazione che però toglie a questi animali la resistenza a molte malattie che posssono contrarre dopo l'abbandono.

L'introduzione può essere anche accidentale, come nel caso di Anopheles gambiae la zanzara responsabile del 90% della trasmissione della malaria in Africa e che in trent'anni, a partire dal 1969 ha provocato 87 casi della cosiddetta “malaria da bagaglio” in Gran Bretagna, Francia, Belgio,Svizzera, Italia, Germania.

Introduzione accidentale anche per la formica argentina linepithema humile, arrivata in Europa 80 anni fa con il legno importato da quella nazione. Una volta insediate nel vecchio continente, grazie alla loro particolare organizzazione sociale, hanno scacciato una ventina di specie indigene invadendo 6 mila chilometri di costa, dalla Liguria al Portogallo.

Anche il mondo vegetale non è immune da contaminazioni. Anzi. Uno dei casi più eclatanti riguarda il lago Vittoria, in Africa. Nel 1990 vi fu importato, per motivi ornamentali, il giacinto d'acqua (Eichhornia crassipes), originario del bacino amazzonico. Le piante, una volta nel lago, hanno cominciato ad aggregarsi in blocchi che a loro volta si sono uniti fra di loro, formando barriere di decine di chilometri quadri. Il 90% delle coste del lago è stato occupato in questo modo, rendendo praticamente impossibile la navigazione, la pesca e l'irrigazione. Diecimila famiglie, a solo un anno dall'introduzione, dovettero abbandonare l'attività della pesca e andare a cercare nuovi lavori nelle città vicine.

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Aprile 2002
Inchiesta multimediale realizzata da Damiano Fedeli. Per contattare l'autore clicca
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