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La
militante
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Dibattiti
e conferenze sono un
punto di forza dei Meeting
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Gaia
ha 26 anni. Vive a Bologna, dove si è laureata in Scienze politiche ed
è originaria di Fano. “Con Fano ho ancora un legame forte: d’estate sono
spesso lì, per mantenere il contatto con le mie origini”.
Come
è venuta i contatto con il Meeting anticlericale?
Ne avevo sentito parlare fin da quando ero piccola dai racconti degli
amici e dei miei parenti. E già a Bologna frequentavo persone che erano
vicine alle attività del gruppo di Fano. Durante un’estate “fanese” ho
conosciuto quelli che lavoravano per organizzarlo. E quell’anno, avevo
17 anni, ho partecipato al Meeting per la prima volta. Era la decima edizione.
Chi
c’era al Meeting?
C’erano moltissime persone del nord Italia, dal Friuli, dal Bergamasco,
da Milano ma anche dal sud. Napoletani, foggiani, calabresi, romani. Molti
di loro, insieme anche alle persone di Fano, arrivavano prima per aiutare
nell’organizzazione. Si sono stabiliti dei rapporti personali e quindi
non c’è nessun tipo di barriera tra gli organizzatori e gli altri. Questo
è coerente anche con l’ideologia libertaria. Quindi massima apertura a
tutti quelli che vogliono partecipare. Questa è una delle cose più interessanti
di questi meeting: la grande apertura generazionale. Si partiva dai figli
dei partecipanti, che avevano magari 5 o 6 anni, per arrivare, passando
dagli adolescenti, a gruppi di anziani, vecchi anarchici con enormi bagagli
di esperienze che facevano anche dei piccoli incontri improvvisati all’ora
di pranzo. Si mettevano a raccontare le loro esperienze. Si crea una specie
di piccola “piazza”, in cui esperienze trasversali venivano comunicate,
socializzate.
Lei
dava una mano agli organizzatori?
Io cominciai a lavorare per il Meeting l’anno successivo alla mia prima
partecipazione. Chiesi se c’era da fare qualcosa e mi ritrovai dietro
un bancone a servire i pasti. E’ anche un modo per socializzare in maniera
più stretta con le persone che c’erano lì.
Dopo
queste prime esperienze, a quanti Meeting ha partecipato?
A tutti! Mi piace tantissimo l’atmosfera che c’è, un’atmosfera sia di
impegno sia di festa. C’è un interesse ad incontrarsi, a socializzare.
Alcuni naturalmente erano più interessati all’evento ludico, per conoscere
gente. La grande varietà di esperienze di persone diverse fa sì che si
alternasse l’interesse dei momenti di divertimento a quello per gli incontri
più impegnati. Il tipo di impostazione estremamente aperta ha sempre permesso
di avvicinare anche persone che non fanno parte di circoli anarchici o
anticlericali in senso stretto. Io stesso non mi considero anarchica ma
ero attratta perché il tipo di impostazione è sempre stata nient’affatto
esclusiva, ma molto aperta.
Cosa
pensano le persone che conosce di questa sua attività?
I miei amici sono sempre stati molto incuriositi da queste mie partecipazioni.
Ma comunque il mio giro di amicizie ricalca scelte di un certo tipo.
Anche
i tuoi famigliari?
Per quanto riguarda la mia famiglia, bisogna tener presente che a Fano
il Meeting è molto conosciuto e comunque è sempre stato considerato un
punto di interesse nella vita della città. Con i parenti più anziani però
tentavo di nascondere le mie partecipazioni. Era inutile creare ulteriori
fratture in famiglia. Per quello bastava già la mia presenza… Con i miei
famigliari più stretti, invece, il Meeting era anche un momento per tirare
fuori degli argomenti di cui discutere.
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