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Ilary Blasi, una letterina per Totti
   
   
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Francesco Totti racconta come si fa a vivere da sorvegliato speciale
"Mi urlano di tutto e mi baciano i piedi
maleducate e tenere, ecco le mie fan"

 

Al primo piano del centro sportivo Fulvio Bernardi, la A.s. Roma ha destinato una stanza al suo giocatore di punta. Francesco Totti, l'uomo più amato dalle "lupacchiotte" capitoline, da pochi giorni ha un suo privatissimo ufficio ed è proprio da qui che il capitano della Roma parla delle e alle sue fan. Col sorriso sulle labbra e un lampo insolente negli occhi.
Quanti baci ha dato in vita sua?
Tanti.
Quanti negli ultimi 5 anni?
Meno di quanti ne davo prima.
Quanti baci sulle guance, di quelli che si danno quando ci si saluta?
Ah, di quelli tanti, tanti, tanti, tanti.
Un numero.
Considerando che saluto con due baci sulle guance ogni persona che incontro, un'infinità.
Quanti perché è famoso?
Eh, questo bisognerebbe saperlo. Credo la metà. Sì, metà e metà.
Ogni giorno centinaia di ragazze piangono per lei. Come ci si sente?

Francesco Totti, nel suo ufficio a Trigoria

È una sensazione bellissima. Avere tantissime fan non può che emozionarti e gratificarti, perché vuol dire che fai bene, sia nel mondo del calcio, sia fuori.
E questo mondo del calcio, quanto c'entra con la sua popolarità?
Conta tantissimo, certo. È lo sport più seguito…
Ma le sue ammiratrici non parlano mai di calcio, quando raccontano di lei. Dicono di conoscerla molto bene come persona: è disponibile, un ragazzo semplice, uno che non si è montato la testa. Sembrano tutte sue sorelle.
Non sta a me giudicare. Conoscendomi, però, posso dire che molto dipende dalla mia famiglia. Mi ha insegnato tante cose e mi è stata sempre vicina. Se oggi sono la persona che sono, devo ringraziare loro. Io mi rendo sempre disponibile con tutti. Quando ho tempo, però.
A proposito. Mi hanno raccontato che ci sono ragazze che fingono di sentirsi male sotto casa sua perché sanno che suo padre le farà accomodare in casa.
Già, mio padre è "tranquillo", non si fa problemi. Chi c'è, c'è, lui lo fa entrare.
Le da fastidio?
Dipende dai momenti. A volte non mi dispiace, a volte invece…
Quanto sono maleducate, queste ragazze?
Alcune parecchio, ma per la maggior parte sono carine, simpatiche.
E quanto sono tenere?
Tanto.
Descriva la posta che arriva a casa sua.
Impossibile, è tantissima e di ogni genere. Fortunatamente mia cognata mi aiuta a leggerla.
Tutta?
Non tutta, non ce la faccio.
Risponde?
Sì, alcune volte rispondo.
Di persona?
No. A scrivere ci pensa mia cognata, ma io sono lì con lei. Rispondiamo insieme.
Quante lettere arrivano a casa sua?
Al giorno? Mille.
Tutte donne?
La maggior parte sì.
E regali?
Tantissimi.
Mi racconti una sua giornata tipo. Quando il primo incontro con le ammiratrici?
C'è gente che dorme anche sotto casa mia, in macchina. Quando esco la mattina alle 8, 8 e mezzo, già trovo una o due auto fuori dai cancelli e una ventina di persone ad aspettarmi. Il pomeriggio, poi, è un massacro continuo. Esco dall'allenamento e ci sono tantissimi tifosi che vengono a chiedermi foto e autografi. Arrivo a casa e dico: "finalmente un po' di calma", e invece ne trovo altrettanti. C'è sempre un mare di gente sotto casa mia.
Si ferma ogni volta?
Sì. Cerco di fermarmi il più possibile.
E li accontenta tutti?
Certo, quando mi fermo faccio tutte le foto e tutti gli autografi che mi chiedono.
Quando è in giro per Roma, cerca di "mimetizzarsi" in qualche modo per non farsi riconoscere?
No. Non servirebbe a niente, mi riconoscono sempre. Non è una vita normale, la mia. No di certo. Soprattutto per un particolare: vita privata, zero.
Cos'è che non può fare, ad esempio?
Tutto. Ovunque vada, al cinema, al ristorante, già so quello che succederà.
Va comunque, o si limita in qualcosa?
Ogni tanto vado, non mi lascio condizionare io. Ma so che se esco, "pago il conto". Mi fa piacere, sia chiaro. E anche molto. Però ecco…capita che la gente venga a chiedermi l'autografo anche mentre sto guardando un film al cinema.
A quel punto, ce li manda?
Direi... A tutto c'è un limite.
Sono invadenti, dunque?
Solo alcune volte.
Un episodio particolarmente spiacevole?
Mi da fastidio essere pedinato in macchina. Ma di solito non mi metto in situazioni che possono risultare antipatiche. Le evito.
Qualcuna è mai arrivata fino al garage con lei?
Ogni volta che apro il cancello di casa entrano nel cortile, ma dopo un po' escono.
L'episodio più divertente.
Quando una ragazza si è messa in ginocchio e mi ha baciato i piedi.
Che cosa ha pensato di lei?
Mah, ha fatto una cosa divertente, istintiva. È stato simpatico.
Qual è il regalo più bello che ha ricevuto da una fan?
Un girocollo in caucciù e oro.
L'ha mai conosciuta?
No.
Riassumendo, è più infastidito o lusingato dagli appostamenti che le fanno le ammiratrici?
Certamente lusingato.
Si ricorda una ragazza che l'ha colpita particolarmente, fosse solo per uno sguardo, un gesto. O perché si distingueva dalle altre?
No. Sinceramente non ci faccio caso. Il fatto è che sono un ragazzo molto timido e di fronte alle ragazze abbasso sempre lo sguardo. Mi imbarazza tenere la testa alta e fissarle.
Il muro di Trigoria è foderato di frasi dedicate a lei. Alcune chiaramente a sfondo sessuale. Ma di persona, queste ragazze, che cosa le dicono? Anzi, le urlano.
Me ne dicono talmente tante... Il genere, comunque, è quello. E le frasi che urlano ricalcano quelle scritte sui muri: "come mi ti farei", oppure "sorco", o anche "sei la vita mia".
Tante ci stanno male, soffrono per lei e piangono. Che cosa vorrebbe dirgli?
Vederle piangere mi emoziona tantissimo, e come potrebbe essere diversamente? Mi dispiace, però. Perché dovrebbero vedermi per quello che sono: solo un giocatore. Per loro, invece, rappresento un idolo.
Ma loro si dicono innamorate.
Bisognerebbe vedere di cosa sono innamorate.
Sono delle illuse?
No, perché illuse? In fondo, al cuore non si comanda. Potrebbe anche accadere che un giorno mi innamori di qualcuna di loro. Può succedere di tutto nella vita.
Queste ragazze vogliono fare le modelle o le "letterine", perché entrare nel mondo dello spettacolo vorrebbe dire avere più possibilità di incontrarla e conoscerla.
Penso che non serva a niente, né essere modella, né letterina né tantomeno attrice. Certo, per noi è più facile conoscere gente dello spettacolo, ma ci piacciono anche le persone normali. Anzi, soprattutto le persone normali.
Per cui non devono marinare la scuola per venire ad aspettarla fuori dai cancelli di Trigoria.
No, devono fare tutt'altro.
Come si vede tra dieci anni?
Spero padre di famiglia e calciatore. Voglio una famiglia, e se il fisico regge, continuare a giocare.


(13 marzo 2002)

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