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Vito Scala, preparatore atletico di Tottti, avverte tutte le tifose
"Per arrivare a Francesco
dovete passare di qua"

 

Alle spalle del numero 10 della Roma c'è Walter Adrian Samuel, anche detto "the wall". Chi guarda le spalle a Francesco Totti nella vita, invece, è Vito Scala, preparatore atletico, amico, consulente. È lui il "muro" che ammiratrici, tifosi e giornalisti devono superare per arrivare al capitano della Roma.
Nessuno staff, nessun esperto di public relations. Niente giacche e agende elettroniche. Solo un telefonino, perennemente scarico, che squilla in continuazione. Cercano lui, ma vogliono l'altro. Francesco e Vito sono nati nello stesso quartiere (San Giovanni), a 12 anni di distanza. Si sono incontrati una prima volta nelle giovanili della Roma, nell'88, e poi si sono ritrovati entrambi in prima squadra. Il primo da capitano e uomo simbolo, il secondo come trainer, con delega alle relazioni esterne.

 

Vito Scala, 38 anni

"Francesco - spiega Vito, 38 anni, sposato con due figli, all'uscita da una seduta di allenamento - possiede una società, la "Numer 10", che gestisce tutti i suoi interessi e che coincide con la sua famiglia. Poi, c'è l'ufficio stampa della Roma cui Francesco, comunque, deve far sempre riferimento. E poi ci sono io, che lo aiuto a gestire i mille impegni quotidiani che ha. Impegni calcistici ed extra calcistici, da filtrare e organizzare". L'agenda di Francesco Totti, racconta Vito, scoppia letteralmente, tra impegni promozionali, sportivi, di beneficenza, interviste per giornali, radio, televisioni e siti internet. "È un lavoro immane", confessa con l'atteggiamento di chi sa di avere tra le mani un giocattolo da 80 milioni di euro l'anno. "Il nostro - racconta - è un rapporto totalmente fiduciario. Francesco, per me, è come un fratello minore. Cerco di mettergli a disposizione tutta la mia esperienza dandogli dei buoni consigli. Se ne ha bisogno? Francesco è una persona molto buona e, spesso, cade in facili tranelli. Ma la colpa è solo della sua bontà. Lui si fida molto delle persone e non sempre capisce che dietro ci possono essere altri interessi, tutt'altro che nobili. È un personaggio avvicinabile da tutti e invidiato da tutti. Occorre stargli vicino per questo, per fargli da filtro".

Nessuno meglio di Vito conosce le mosse delle ammiratrici del giocatore più tampinato della capitale, dal momento che è tenuto ad prevenirle e arginarle. Sa che il passaparola dei telefonini fa sì che le fan si ritrovino sempre nei luoghi dove è atteso Francesco. Per questo confida in esercenti "amici" (proprietari di ristoranti, bar, discoteche) disposti a tenere alla larga giornalisti e fotografi, complici nel mettere a disposizione uscite secondariee salette private, guardaspalle scaccia fan. Ma mai che Francesco si affidi a bodyguard di professione. "Assolutamente non vuol sentirne parlare. Girare con la guardia del corpo - precisa Vito - non si addice per niente al suo personaggio, tra l'altro molto vicino e molto amato dai bambini".

Il telefonino di Vito squilla ogni minuto, minuto e mezzo. Attualmente è alle prese con una redattrice di "Cosmopolitan" che vuole Totti a torso nudo tra i protagonisti dei prossimi mondiali. Vito sembra in difficoltà. "Forse - ragiona - sarebbe il caso di farlo, soprattutto perché gli altri l'hanno già fatto. Ma Francesco non sopporta questo tipo di foto. Lui è un calciatore, dice, non fa né il modello, né l'attore. Vedremo se riuscirò a convincerlo". Chi telefona, però, spesso non ha copertine patinate da offrire. "Le ragazze - confessa Vito - mi cercano per avere un autografo, una maglietta, anche un semplice contatto con Totti. Vogliono invitarlo alla loro festa di compleanno o, più modestamente, si accontentano di ricevere gli auguri al telefono da lui. Fanno richieste di ogni genere, ma di sicuro ambiscono ad altro. Gli fanno arrivare di tutto, foto, numeri di telefono, regali. Come se fosse questo, poi, il modo per arrivare a lui. Incredibile…Ci sono donne disposte a tutto. D'altronde Francesco è il mito del momento e gli si propongono donne dai 16 ai 40 anni, un po' come avviene per i cantanti e gli attori".

Ha un bel da fare, Vito, non c'è che dire. "Effettuo - riassume - sopralluoghi ovunque andiamo. Controllo la sicurezza, le entrate, le uscite. Accerto che non ci siano fotografi in giro. Filtro il materiale che gli arriva e fisso gli appuntamenti". Un bell'onere e un bell'onore, anche. "Sono grato a Francesco per l'opportunità che mi dato - dice - perché mi ha offerto la possibilità di stargli vicino e lavorare per lui. Vivo tutto con un grande senso di responsabilità, però. Ogni giorno devo dargli sicurezza, protezione, capacità professionali in allenamento. E poi, posso dire di essere una delle poche persone con cui parla e che lui ascolta. Francesco è molto introverso, tende a tenersi tutto dentro, ma a chi lo conosce basta uno sguardo per capire quando è ora di dire basta. Sono io che decido se fargli fare una cosa o no, e se lo vedo stanco, non gliene parlo neanche. Decido io quando è ora di staccare la spina. È importante salvaguardargli quei pochi momenti liberi che ha, lasciargli il tempo per una chiacchierata con un amico, per la sua famiglia. Le persone, i tifosi, tendono a intromettersi sempre. Anche in questi attimi, che dovrebbero restare assolutamente privati. Francesco deve avere piena fiducia in chi gli sta vicino. Lui sa che appena fiata, escono i titoli sui giornali. A volte penso che quello che gli si riversa addosso ogni giorno sia troppo per una persona sola. Io cerco di alleggerirgli il tutto". E infine: "Se come calciatore è già un mito, spero lo diventi anche come uomo". Deve ancora crescere, il ragazzo? "Siamo a buon punto", avverte.


(13 marzo 2002)

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