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Partic.
di un quadro
(in 'gallerie' l'opera)
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"Bello
questo!". Maria è l'unica bambina della sua classe
a fermarsi davanti
a un groviglio. "Bello questo!", ripete. Sara prende
fiato mentre racconta l'episodio, accaduto due anni fa alla fiera
di Rimini: "Nessun bimbo si fermava davanti ai miei quadri.
Poi è arrivata Maria e ho pensato: da grande sarà
come me". Muove svelta le mani la giovane artista, emozionata
dal ricordo. "Le mie opere piacciono sempre allo stesso
tipo di persone", aggiunge. E racconta
di chi si tratta.
"Sono spesso signore per bene, vestite in modo simile".
Ma non è solo l'aspetto ad accomunarle: "Vogliono capire
il mio lavoro. Hanno un tono di voce gentile e da loro mi sento
accolta. È una sensazione positiva, specie per chi, come
me, ha 'paura' delle persone", spiega. Secondo Sara c'è
qualcosa nei suoi lavori che attrae qualcuno e allontana
altri. Anche di fronte ai titoli (come "Dormiente",
"Cimiteri dell'anima ", "Prigioni"), le reazioni
sono diverse.
"Un'amica - racconta sorridendo - mi ha consigliato di tenerli
nascosti, per non spaventare il pubblico. Ma se una persona non
accetta il titolo, non accetterà neanche il quadro".
Sara fatica a staccarsi dalle sue opere. "Mentre lavoro
spero vadano a finire in una casa come la mia. Ho il terrore che
si rovinino". Il loro prezzo sconsiglierebbe a farlo:
Sara vende i quadri ai negozi a una cifra che va dai due a tre milioni
di lire (tra i 1000 e 1500 euro). Il commerciante, poi, li rivende
a circa il doppio.
Ma qual è allora la casa ideale per un quadro di Sara?
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