La
sensazione quando crea
Un paio d'ali, di cartapesta
"Quando
modello la cartapesta mi sento leggera, mi sembra di volare".
Così Sara Teodorani descrive il suo lavoro, a metà
tra pittura e scultura. "Sono pessimista e triste di natura,
e solo quando creo dimentico ansie a paure", aggiunge. E racconta
come è arrivata a fare quello che, dice chi la conosce meglio,
da sempre voleva.
Sara,
34 anni, è originaria di Villa Verucchio, cittadina dell'entroterra
riminese. Lì ha studiato, diplomandosi in un istituto commerciale.
"Il lavoro creativo - racconta, gomiti appoggiati al tavolone
del laboratorio - mi ha rincorso per tutta la vita".
Dopo la scuola, Sara lavora per quattro anni in uno studio di grafica.
Nel '97 il primo oggetto in cartapesta, nato per risolvere un piccolo
problema tecnico...
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Vetrina
di cartapesta
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"Dovevo
decorare le finestre del Grand' Italia, il caffè storico
del mio ragazzo", racconta. "Serviva qualcosa che attirasse
l'attenzione dei passanti, lasciando filtrare la luce nel locale.
Così ho immaginato delle vetrine colorate di
cartapesta". Alle finestre del caffè, che ha
mobili e arredi originali anni venti, in questo periodo non ci sono
opere di Sara. "Sto preparando una mostra - sbuffa la giovane
- e tutto il tempo è speso per quello".
Con
le vetrine, Sara comincia a fare ciondoli, vasi e scatole colorate.
Poi i quadri. La tecnica usata è la stessa: l'impasto di
carta macerata, colla e colore (la cartapesta, appunto) è
steso sulla superficie e poi fatto asciugare. Per farli, Sara riutilizza
gli oggetti come bottiglie di vetro (usate come stampo per
i vasi), corda e rete.
La
famiglia, spiega poi, l'ha sempre incoraggiata : "Vedono che
questo lavoro mi fa star bene e sono contenti. Forse avevano
capito prima di me cosa volevo fare". Sara cerca di far conoscere
le sue opere con l'aiuto di Antonio, il suo ragazzo. "Non riesco
ancora a vivere di questo lavoro - spiega - ma è bello poter
fare la cosa che più mi piace. Le mie sono opere particolari,
che piacciono a un certo tipo di persone" (come spiega in "Quadri
e
"). E conclude sorridendo: "Io per prima faccio
fatica a distaccarmene, sono una pessima venditrice
".
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