Volare con la cartapesta
La storia di Sara


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Dove trova l'ispirazione
L'idea che arriva per magia

H. Matisse, "La stanza rossa"
S.Pietroburgo, Museo dell'Eremitage

In sogno o alla fermata del bus. Mentre sfoglia le pagine di una rivista o guardando una bottiglia, tenuta perché aveva una bella forma. "Le idee mi vengono così - dice Sara Teodorani - e non so bene da dove; arrivano come per magia". E poi tornano? "Finito un quadro, ho il terrore di non averne più", dice la ragazza, che spiega perché ognuna della sue opere è unica, non ripetibile. Ma non si usi la parola "artista"…

Dalla finestra del laboratorio si vede la rocca di San Leo, "in bilico" sulla punta della collina. È un pomeriggio di fine inverno e il sole fa splendere i prati della Val Marecchia. "Avuta l'ispirazione - racconta Sara, guardando il paesaggio dietro al vetro - faccio subito uno schizzo del quadro o del vaso. Anche se il disegno non prende forma, lo conservo. Come potrei gettarlo - dice ridendo - io che tengo tutto!". Guardando i sassolini raccolti in spiaggia, la ragazza ha pensato a "Paesaggio con uomini sospesi", un quadro dove i sassi (gli esseri umani) pendono da una lastra di ferro color argento. "Lo farò presto - dice - perché mi piacciono gli oggetti sospesi". Una cosa da artisti?

"Non mi sento un'artista", dice alzando la voce. "Gli artisti sono Picasso, Matisse o Giacometti. Ho un'immagine grande dell'arte e non mi ci metterei dentro". Poi si siede. "Che cosa faccio allora? Lavoro la cartapesta perché ho bisogno di dire delle cose. Se la gente non si appassiona o non capisce la mia opera, non importa, mi basta metterci quello che sento". Se "artista" è troppo, "artigiana" non è abbastanza per dare l'idea del suo lavoro.

E spiega: "Un artigiano ripete la sua opera. Io non ci riesco, nemmeno per denaro. Ogni quadro o vaso è unico, perché ha un significato che va al di là della forma". Sara porta l'esempio dei "grovigli", il soggetto che più ricorre nei suoi quadri (come spiegato nella sezione Quadri e…): "La linea descrive come mi sento. Di fronte ad essa lo spettatore può provare qualcosa e questo rende la mia opera diversa dall'artigianato". Ma c'è un'altra differenza.



vasi opera di Sara


"Quando inizio un quadro - continua Sara - smetto solo quando è perfetto. Posso lavorarci per otto ore senza pause e ricominciare daccapo se non sono soddisfatta". La giornata della ragazza, in questo periodo, inizia presto. "Devo arrivare con tutti i quadri alla mostra - spiega - e a volte finisco a notte fonda. Se mi chiedono dieci opere, ne faccio venti: non mi sento sicura e immagino che vendendone tante le persone mi accettino più facilmente".

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