Maurizio Spinas , dentista

 

 

 

Prima di "Un mercoledì da leoni"

Quando apre la porta del suo studio, in via Mameli a Cagliari, indossa ancora il camice bianco. Di là c’è l’ultima paziente. Nella sala d’attesa c’è una foto che ritrae onde altissime.
Una finestra aperta sul mare.

Maurizio Spinas ha 46 anni, due figli, Giulia di 11 anni e Alberto di 5, e fa il dentista da più di venti. Ha cominciato a fare surf quasi per caso, quando aveva 23 anni e stava per laurearsi.

L’estate che finiva mi metteva addosso una grande tristezza. Volevo inventare un gioco che trasformasse in divertimento la malinconia delle onde, del vento, della schiuma. Un giorno, in spiaggia, ho chiesto in prestito a un amico la tavola da windsurf. Volevo provare il surf. Non l’avevo mai visto fare da nessuno, forse avevo visto qualche foto. Ho provato, sdraiato sulla tavola, non sapevo come fare, ma mi allontanavo dalla riva e in qualche modo dovevo rientrare. Così ho cominciato a remare e a sfruttare la forza delle onde. Il surf l’ho imparato dopo, all’inizio è stato solo un gioco”.

Maurizio è stato un autodidatta puro. Non esistevano istruttori, negozi specializzati, video o riviste. E’ arrivato tutto dopo. Anche il film “Un mercoledì da leoni” è stato proiettato in Sardegna quando Maurizio aveva già cominciato a giocare con le onde a modo suo.

Per imparare la tecnica ha cominciato a viaggiare alla caccia di altri surfisti italiani con cui confrontarsi. Sulle coste della Toscana circolavano già le prime riviste specializzate, come “Windsurf Italia”. Da quegli incontri è nato il primo sodalizio, “Italian wave surf team”, che nel 1988 ha mandato la prima delegazione italiana ai mondiali di Puertorico e da cui è nata l’attuale Federazione italiana surf. Oggi Maurizio fa parte del comitato tecnico della Federazione.

La sua passione lo assorbe totalmente. Aspetta le onde con trepidazione e quando arrivano è difficile non mollare tutto per seguirle. Non è raro che bruci i suoi appuntamenti di lavoro: “Ho perso molti pazienti ma li avviso sempre in anticipo. Quando il tempo è propizio è la mia assistente a chiamarmi per sapere se andrò in studio”.