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  un amore a prima vista

“Quando sono disperati e non sanno più cosa fare, allora intervengo io”. A parlare è il professor Claudio Stucchi, occhi azzurri e un sorriso disarmante.
Fa un mestiere antico, misterioso che purtroppo sta sparendo: accorda campane. Ma, con uno spirito romantico come il suo, il professore preferisce dire che la sua arte è quella di medicare le “voci dell’anima”.

I “sacri bronzi” infatti a causa del tempo e dell’usura, possono “stonare”. Ed ecco che l’esperienza, la tecnica e la sensibilità di quest’uomo diventano indispensabili.

Organista ed esperto di musica sacra, il professor Stucchi ha iniziato ad accordare campane nel 1985. “E’ successo quasi per caso” spiega. “Spesso mi trovavo nella chiesa del mio paese, Cassano D’Adda (Milano), a suonare l’organo. Quando c’erano problemi con le campane, arrivava sempre un piccolo uomo che cercava di risolverli. Ero affascinato da quella persona”.

Quell’uomo era Luigi Perego, titolare di una ditta che produce automatismi per campane. In pratica fabbrica dei marchingegni che fanno suonare le campane come se fossero concerti, ma senza l’aiuto – una volta indispensabile – dei campanari.

Perego conosceva la tecnica, Stucchi possedeva la musica. Hanno così iniziato a lavorare assieme, ed è nato l’amore del maestro per questi strumenti di divinità.
Un amore vero, tanto che il professore ripara le campane quando è proprio indispensabile e preferisce tentare l’impossibile piuttosto che far fondere un sacro bronzo.

Spesso si è dovuto arrampicare su in alto, in cima ai campanili per poterne riparare una. Altre volte si è dovuto scontrare con la sopraintendenza dei paesi, perché le campane sono tutelate e non si possono toccare.

“Una volta avevo un concerto di cinque campane. L’abbiamo smontato, portato a terra e accordato. Era perfetto. Ma, quando l’abbiamo rimontato sul campanile della chiesa non suonava bene, stonava. Ho fatto smontare tutto di nuovo, riportato le campane in laboratorio, ma nulla: erano perfettamente intonate”. Poi la scoperta dell’arcano: la montagna alle spalle della chiesa provocava un’eco particolare per cui il suono in cima al campanile era distorto. “E visto che ne’ la chiesa ne’ la montagna potevano essere spostate, ho cercato di girare le campane in modo che la stonatura fosse il meno percettibile”.

Ma come si accorda una campana? Claudio Stucchi ci accompagna in un viaggio alla scoperta di quest’arte antica
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