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La speranza
 
 

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Aprile 2004
sito realizzato da
Raffaele Vitali

 

LA NUOVA GORIZIA
 


Passeggiando sul confine
2004 - 2007


L’allargamento. Sono coinvolti 10 paesi. Dal primo maggio 2004, come da firma posta ad Atene il 16 aprile 2003, Repubblica ceca, Estonia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia, faranno parte dell’Europa. Inizialmente i vantaggi interesseranno solo la circolazione delle merci, ma entro il 31 dicembre 2007 verranno integrati agli accordi di Schengen.

Le tappe di adesione. Nel giugno 1993 il Consiglio europeo di Copenaghen ha gettato le basi dell’attuale processo di allargamento definendo le condizioni di adesione per permettere ai paesi associati dell’Europa centrale e Orientale di diventare membri dell’Unione europea. I negoziati, iniziati il 31 marzo 1998, si sono conclusi nel dicembre 2002. I negoziati di adesione – in 31 capitoli - hanno determinato le condizioni a cui devono attenersi i candidati a entrare nell’Unione. I criteri fissati per i Paesi sono tre: politico, economico e dell’acquis. Per il politico i paesi devono dimostrare stabilità istituzionale tale da garantire la democrazia, lo stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e delle minoranza – problema fondamentale per la Turchia. L’economico prevede la presenza di un’economia di mercato funzionante e la capacità di reggere la concorrenza delle forze all’interno dell’Unione. Il criterio dell’acquis richiede l’applicazione della legislazione dell’unione, il cosiddetto acquis comunitario.

La Slovenia
. Essendo confinante con l'Italia lungo tutto il dorsale occidentale con le Alpi orientali, il Colio e il lembo triestino, dal 1947 questa frontiera si è caratterizzata come luogo di scambi commerciali e come ‘porta’ d’accesso tra oriente e occidente. Durante i cinquanta anni di guerra fredda che hanno caratterizzato i due blocchi mondiali, le relazioni tra Italia e Slovenia sono continuate con accordi bilaterali. La condizione della Jugoslavia, caratterizzata durante gli anni del maresciallo Tito per la sua posizione indipendente, ha rafforzato i rapporti fra i due paesi. Attraverso gli accordi transfrontalieri le relazioni fra Gorizia e Nova Gorica sono proseguite a dispetto dei cambiamenti politici delle due amministrazioni.

Le opportunità
. La prima, che sarà resa evidente il primo maggio, è la caduta del confine. Anche se simbolicamente, la piazza della Transalpina, rimarrà senza reticolato. Un percorso in porfido fungerà da emblematico confine fra i due paesi almeno fino al 2007, l’anno di Schengen. L’obiettivo primario è il cambiamento mentale. Entrambe le amministrazioni stanno lavorando perché le due città divise dal 1947, riescano a progettare insieme. Per fare questo è determinante il superamento delle barriere storiche. Progetti in cantiere: un ospedale comune, per unire le singole specificità, ad esempio la Slovenia è all’avanguardia nella microchirurgia dei traumi; un’università, sull’onda dei rapporti già proficui tra Trieste, Belgrado e Lubiana; centri culturali e momenti d’incontro per far interagire due culture che fino ai primi anni novanta non ne hanno avuto la possibilità.

L’obiettivo
. Il controllo delle frontiere, l’adeguamento agli standard europei e l’integrazione delle minoranze devono concretizzarsi entro il 2007, data limite per garantire la libera circolazione delle persone. La Slovenia ha di fronte a sè un calendario rigido e impegnativo per lìingresso nell'Unione.

Le paure
. Gorizia - Nova Gorica sono uno dei principali centri di passaggio del settore commerciale su ruote. L’autoporto dà lavoro a centinaia di persone. La riqualifica di questi dipendenti sarà uno dei punti chiave del futuro. Ma non solo. L’intera vita economica delle due città è vissuta sul turismo da passaggio e sull’indotto del confine. La caduta di quest’ultimo impone cambiamenti. Se le due città sapranno affrontarli insieme – come sostiene il sindaco Brancati- potranno reggere il confronto con l’Europa. Da luogo di passaggio obbligato, il Colio dovrà diventare punto di riposo o di incontro. L’offerta dovrà specializzarsi per rendere due città, altrimenti tagliate fuori dalle principali viarie, attraenti e stimolanti. Ospedale, alberghi, gastronomia, natura: tutto questo dovrà sostituire la dogana e la rendita di posizione, tipica dei valichi di confine.