Sahin, sveglia all’alba e al lavoro fino a sera


Pubblicato il 15/04/2012                          
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Sahin, perchè scegliere di vivere proprio a Torino?
Dell’Italia mi ha parlato un mio zio, che era già qui. Mi ha detto che potevo trovare lavoro. Quando sono arrivato non sapevo niente di più.

E adesso?
Vivo con sette miei amici, tutti uomini. Ci sono due stanze da letto, ma non capita quasi mai che ci si trovi a dormire tutti nello stesso momento. Io vendo i giornali e mi alzo presto, i miei amici che vendono le rose invece arrivano tardi la notte e si alzano a mezzogiorno.

Si spende molto per vivere?
Dividiamo tutte le spese. Per l’affitto, le bollette, il gas paghiamo tutti i mesi 150 euro a testa. Mangiamo insieme: riso e verdure, proprio come cuciniamo noi a casa, in Bangladesh. La pasta non mi piace. Non mi piacciono tanto le cose che mangio qui.

Ed è possibile mettere da parte qualche soldo da spedire a casa?
Si, sempre. Quanto, dipende dal lavoro 300, a volte 400 euro al mese. Per me spendo poco: mangiare, qualche vestito, l’abbonamento ai mezzi pubblici e poi il telefono: tutto che mi costa più o meno 350 euro al mese. Tutte le mattine parlo almeno un’ora con la mia famiglia: prima il papà, poi la mamma, poi la mia sposa. Uso anche Skype e Messanger, ma è più difficile. Anche perché la mia famiglia non ha un computer.

Quando riuscirà a tornare da sua moglie?
Spero tra poco. Sto mettendo da parte i soldi per il viaggio. Vorrei un figlio. Ogni volta che torno le porto un regalo.

Il lavoro dei suoi sogni?
Un posto in fabbrica. Si lavora solo otto ore, si sta al caldo. A vendere i giornali, invece, si sta all’aperto: con il caldo e con il freddo, con il sole o con la pioggia, la nebbia o il vento. E si lavora tutti i giorni. Là, invece, ci sono le vacanze: lavori cinque giorni e due ti riposi. Ho lavorato, in fabbrica: una volta, ma per poco. Poi l’azienda ha chiuso e siamo rimasti tutti a casa.

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