Una via crucis ‘moderna’ nelle strade di Jesi


Pubblicato il 19/04/2012                          
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“Una donna grida. Si apre la scena ed esce un uomo vestito con un saio, coperto di sangue. Sopra le spalle ha una croce. Vicino a lui ci sono due uomini vestiti da soldati che urlano:  <<Devi morire!,  Non crediamo in te!>> e lo percuotono con il manganello.

Siamo nella via principale di Jesi e la gente si chiede che cosa sta succedendo. Non è la solita Via Crucis…Gesù passa per le strade e incontra la realtà di oggi

Gesù cammina e incontra due ragazze tossicodipendenti e una bambina sedute per terra. Lui si ferma, le guarda, allunga il braccio….cade la prima volta.

Più avanti un uomo di affari: ha fatto di se stesso il proprio Dio, dei soldi e del successo il centro della sua vita. Getta i soldi addosso a Gesù e grida: <<Che ce ne facciamo di te, del Tuo Vangelo, delle Tue parole!>>….cade la seconda volta.

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Una rappresentazione teatrale? Una rievocazione? Sarà stata esagerata? La gente per strada si chiede se è troppo forte…

Ho seguito ogni scena, in mezzo al ‘popolo’, facevo parte della rappresentazione e anch’io mi sono chiesta se era troppo…

Ma poi ripenso ai tanti incontri fatti, ai volti spenti, agli occhi tristi, alle confidenze ascoltate e mi rendo conto che sono spaccati di vita reale che vedo tutti i giorni.

Quando la gioia è ‘spacciata’ per il divertimento e lo sballo, l’amore per i rapporti ‘usa e getta’, la felicità per il successo, allora capisci che non c’è tanta differenza tra la finzione di una scena e la realtà…”

Elena

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