Difficile da raggiungere, con molti scavi ancora da portare a termine. Villa Adriana, una delle più grandi aree archeologiche d’Italia, non deve difendersi solo dalle ferite del tempo, ‘curate’ da ristrutturazioni sempre più rare, ma anche da quelle inferte dall’incuria. Scampato, durante il governo Monti, il pericolo della costruzione di una discarica a Corcolle, a pochi chilometri di distanza, ora l’Unesco minaccia di toglierle il titolo di “Patrimonio dell’umanità” per l’impatto che un progetto di lottizzazione avrebbe sulla ‘zona protetta’ della villa. All’interno poi sono ancora tante le aree di scavo transennate che deviano il percorso dei turisti, quei pochi che a Villa Adriana riescono ad arrivare. Sì, perchè arrivarci non è facile. È un’impresa solo per “coraggiosi”.
Arrivare a Villa Adriana. Ai residenti di Tivoli e dintorni sarà sicuramente capitato di vedere, in piena estate e sotto al sole cocente, turisti stranieri vagare sulla via Tiburtina. Si guardano intorno alla ricerca di informazioni, di cartelli che possano indicare la strada verso la villa, cercano invano gli orari dell’autobus che li porti davanti al cancello. Ma nessun segnale e nessun mezzo di trasporto è previsto per agevolare il loro percorso. ‘Scaricati’ dalla linea Roma-Tivoli sulla trafficata Tiburtina, si ingegnano come possono per arrivare a destinazione, ricorrendo spesso alla cara vecchia cartina geografica. Ancora peggio va per chi dalla capitale decide di avventurarsi da queste parti con il treno: basta leggere le ‘intricate’ indicazioni sul sito ufficiale di Villa Adriana per capire che sarà un’impresa arrivarci. Bisogna scendere a Tivoli Terme, raggiungere a piedi la fermata del bus, aspettare la linea CAT n.4. Ma la domenica, giorno di visite, la navetta passa ogni ora.
Visitare la Villa. I visitatori ‘coraggiosi’ che riescono ad arrivare davanti al cancello, hanno, però, una buona sorpresa: raramente c’è fila, anche nei giorni festivi, e quasi sempre si riesce a pagare un biglietto, con sconti e riduzioni per alcune fasce d’età, relativamente basso. La visita costa 8 euro: i turisti sotto i 18 anni e sopra i 65, però, entrano gratis e fino ai 25 si paga il biglietto ridotto di 4 euro. Una media più bassa di altri siti archeologici: a Pompei, ad esempio, la visita costa 11 euro e il ridotto 5,50. Dopo la sorpresa in biglietteria, ci si avvia verso il tornello d’ingresso e se ne trova un’altra: non c’è nessuno a controllare. Il biglietto non viene strappato e i turisti se lo rimettono in tasca intatto.
Finalmente siamo dentro la Villa. Ma da che parte dobbiamo andare? La prima mappa che il visitatore si trova davanti è consumata dal tempo e dalla pioggia. Ne troverà altre, dal titolo “Planimetria generale”, sparse in vari punti del complesso ad indicare dove si trovano i ruderi, senza però fornire informazioni in più sui monumenti. Per farsi un’idea della grandezza e dello splendore della villa bisogna entrare nella stanza del plastico, realizzato dall’architetto Italo Gismondi negli anni Cinquanta. Un custode è sempre seduto accanto all’opera a controllare che non venga danneggiata. Ma non c’è nessuno a spiegarla e ad illustrarla. Ancora una volta il turista si sente disorientato.
I COMMENTI DEI VISITATORI SU TRIPADVISOR (clicca per ingrandire):
Zone transennate e deviazioni. A contribuire al senso di spaesamento del turista immerso in un complesso così grande sono i tanti scavi in corso. Le aree recintate si trovano in tutta la villa. Non si può accedere, ad esempio, al palazzo imperiale nè al Teatro marittimo, da marzo 2014 in fase di restauro. Anche chi volesse ammirare la Roccabruna deve farlo attraverso le sbarre. Vietato anche solo sbirciare dentro alcuni ambienti: il turista si trova davanti a cartelli enormi con la scritta “Pericolo di crollo”.
Fuori dal patrimonio Unesco? Villa Adriana è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità nel 1999: per proteggere l’area archeologica l’Unesco ha creato attorno al complesso una ‘buffer zone’, una zona cuscinetto stabilita con accordi internazionali con il compito di mantenere intatta la bellezza e la purezza del luogo. Da più di un anno quest’area è minacciata dalla ‘lottizzazione Nathan’ del costruttore Massimo Mezzaroma, un progetto che prevede la costruzione di palazzine proprio nella zona protetta intorno alla villa. La ‘colata di cemento’ rischierebbe di farle perdere lo status di bene patrimonio dell’umanità. Già nel giugno 2012, l’Unesco aveva chiesto al governo italiano di “informare il ‘World heritage center’ in tempo utile rispetto a qualsiasi progetto di sviluppo pianificato nell’area buffer”. Il comitato aveva anche imposto un limite di tempo: entro il 1 febbraio 2014 l’Italia avrebbe dovuto presentare un report aggiornato sullo stato di conservazione del sito. In attesa della risposta, il Ministero per i beni culturali ha lanciato un questionario per valutare l’impatto di un simile progetto e per capire quale sia l’opinione generale intorno al tema. Intanto su Twitter gli utenti continuano a lanciare messaggi in difesa della villa e contro la lottizzazione.
Il Paese che cerca in tutti i modi di sputare sulle sue fortune #SalviamoVillaAdriana http://t.co/6qP0T2IcH4 via @sharethis
— Flavia Fabiani (@flaviaflappi) 14 Gennaio 2014
#salviamovillaadriana: una colata di cemento minaccia il monumento di Tivoli. Su http://t.co/r6Ed03bk0i il questionario per salvarla!
— RAFFAELLA SALATO (@raffaellasalato) 2 Marzo 2014
Buone notizie. Adriano D’Offizi, direttore di Villa Adriana per 46 anni e tuttora residente dentro il complesso, racconta che le sere d’estate di tanto tempo fa la villa rimaneva aperta fino a mezzanotte per ospitare concerti e rappresentazioni teatrali. “Veniva Giorgio Albertazzi a tenere il suo spettacolo ispirato al libro ‘Memorie di Adriano’ di Marguerite Yourcenar”, dice con nostalgia. La villa illuminata, però, non è solo nei ricordi dell’ex direttore: nel 2006 prese il via il Festival internazionale di Villa Adriana, una kermesse promossa dalla Regione Lazio. Era un evento culturale con l’obiettivo di ospitare tra i ruderi artisti, cantanti e musicisti anche di fama mondiale. Nonostante il boom di 80mila spettatori, due anni fa la Regione decise di interromperlo. Quest’anno, invece, il Festival tornerà a vivere. Da Emma Dante allo spettacolo teatrale di Urbano Barberini sull’ipotesi della discarica a Corcolle, l’evento avrà come titolo, ancora una volta, “Il mondo in scena a Villa Adriana”. “È la forza delle idee semplici: illuminare i beni culturali con lo spettacolo di qualità e questo deve diventare un format, un modello da esportare in tutti gli altri patrimoni che ci sono nel Lazio e in tutta Italia”, commenta Lidia Ravera, assessore alla Cultura della Regione Lazio. Una manifestazione che forse non servirà di colpo a rilanciare l’immagine di Villa Adriana nel mondo ma che di certo convincerà i custodi a staccare dall’ingresso i cartelloni pubblicitari con il ritratto di Marguerite Yourcenar risalenti all’evento Lettere ad Adriano. Le Memorie di Adriano raccontate dalle rovine della villa finito nell’agosto 2013.