Gruppo intervento giuridico, Iurato: “Uno scempio ambientale, dannoso e inutile”

SARROCH (CA) – “La diga è uno scempio inutile e dannoso”. A sostenerlo è Juri Iurato, della associazione Gruppo di intervento giuridico che da sempre si oppone alla realizzazione dell’opera, considerata un vero e proprio disastro ambientale. Non sono i soli ad essersi pronunciati contro la realizzazione della diga avanzando la questione dell’impatto ambientale.

Nel 2012 con un’interrogazione, Andrea Zanoni, eurodeputato dell’Italia dei valori, aveva chiesto un parere alla Commissione europea, ricevendo parziale accoglimento.“È stata sventrata una montagna inserita in una vallata di grande pregio ambientale rimuovendo centinaia di metri cubi di roccia e tutta la vegetazione che vi cresceva, composta da lecci, lentischi, corbezzoli, olivastri e ginepri. Tutto questo per un’opera inutile”, spiega Iurato.

Il perché dell’inutilità è molto chiara secondo la sua associazione: la Sardegna ha una capacità massima di invaso che sfiora i 2,3 milioni di metri cubi che equivale a un sesto della capacità di invaso nazionale (dati dell’ordine dei geologi della Sardegna). Il problema, secondo il Gruppo di intervento giuridico, è che di questo totale se ne perde circa l’80%. La diga ha un rapporto costi-benefici eccessivo. “Con quei soldi – spiega Juri Iurato – si potrebbero rendere disponibili i 20 milioni di metri cubi del depuratore consortile del Casic di Macchiareddu (poco lontano, ndr) e procedere con una seria riqualificazione ambientale dell’area. Invece si vuole costruire un’opera da 35 milioni di metri cubi, di cui, verosimilmente, se ne potranno utilizzare solo una ventina”.

Per il gruppo di intervento giuridico la funzione di laminazione delle piene, che la diga svolgerebbe secondo chi porta avanti il progetto, andrebbe in contraddizione con quella della raccolta idrica. “Per laminare le piene – spiega l’attivista del gruppo – è necessario che l’invaso sia in grado di incamerare le notevoli quantità d’acqua che le piene straordinarie porterebbero da monte così da non scaricarle a valle. Se la diga fosse già piena questo meccanismo non funzionerebbe. Ciò vuol dire che a gennaio e febbraio, i mesi più piovosi, il bacino dovrebbe restare semivuoto e riempirsi nei mesi di agosto quando si sa che l’acqua è pochissima”.

La creazione di tanti posti di lavoro non è una motivazione sufficiente a giustificare il progetto, secondo Iurato e la sua associazione anche perché – puntualizza – i posti di lavoro sarebbero temporanei e con molti meno soldi si potrebbero occupare altrettante persone in opere più utili come, per esempio, in un piano di rimboschimento delle aree danneggiate dagli incendi”. Insomma la diga non s’ha da fare e il Gruppo di intervento giuridico promette battaglia in tutte le sedi possibili, come ha sempre fatto da venti anni a questa parte.