MARCHI E SEGNI


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I marchi, i segni e i simboli usati per ornare e modificare il corpo possono essere distinti in due categorie fondamentali: i cosiddetti Marchi di caino e i segni di civilizzazione.

I primi hanno una chiara connotazione negativa e sono stati presenti in molte culture a partire da Canaan , la Terra Promessa del vecchio testamento, fino al Giappone moderno, dall’antica Cina fino alla Germania nazista del XX secolo. I tatuaggi, o un sistema analogo per marchiare la pelle, era usato per contrassegnare gli assassini e gli altri criminali, oppure per marchiare gli schiavi come si fa con il bestiame. Una simile pratica era usata anche in alcune tribù per indicare pubblicamente chi si era macchiato di codardia: un capotribù dei Daiachi, nel Borneo, è stato ad esempio marchiato con un grande tatuaggio perché era fuggito di fronte al nemico invece di rimanere accanto ai suoi uomini.

Quando si parla di segni di civilizzazione, invece, ci si riferisce a quei tatuaggi o a quelle scarificazioni intesi a significare che la persona che li porta appartiene a un determinato gruppo, oppure che è stata iniziata, ha una certa età o un determinato stato sociale. Si tratta di forme di ornamento e di intervento sul corpo praticate in tutto il mondo non per escludere, bensì per rendere un individuo riconoscibile come membro effettivo del gruppo, degno di fiducia e di stima.

Nelle culture antiche e nelle società tribali, l’individuo non è comunque libero di decidere se essere marchiato o meno, né tanto meno di scegliere i tempi e i modi dell’operazione o i motivi decorativi. Fra molte popolazioni africane, per esempio, le giovani donne sono costrette non solo alla pratica terribile della clitoridectomia, ma anche ad altri dolorosi interventi di marchiatura che scandiscono le tappe della loro vita. Dal menarca al matrimonio, dalla maternità alla menopausa, queste giovani vengono sempre sottoposte a sempre nuove scarificazioni. Meno doloroso, ma altrettanto obbligatorio, è il modo in cui gli uomini Dinka e altri ancora si pitturano il corpo, o quello in cui molte donne birmane rimodellano la forma delle loro gambe attraverso l’uso di pesanti anelli metallici. 

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