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Una è il simbolo della libertà, l'altra è l'emblema del controllo. Una è trasparente e aperta a tutti, l'altra segreta e accessibile a una ristretta minoranza. Internet e Echelon, reti tanto diverse quanto intrecciate. Se quella di sorveglianza globale punta antenne e satelliti su tutte le comunicazioni che viaggiano online, l'altra, la Rete per eccellenza, è quella che fornisce le informazioni più complete sul "Grande Fratello" angloamericano. Tra siti di controinformazione (i più numerosi, ma anche i più estremisti), pagine personali, link e documenti ufficiali, ecco una breve guida sulle tracce di Echelon.

Echelon Watch. Ovvero, "tutto quello che volevate sapere su Echelon". Un sito ad hoc, creato dalla American Civil Liberties Union insieme con l'Electronic Privacy Information Center e la Omega Foundation per sollecitare indagini da parte del Congresso sulla Nsa. Oltre a un'accurata lista di Faq (Frequently Asked Questions), il sito, aggiornatissimo, contiene la maggior parte degli articoli giornalistici e dei documenti ufficiali prodotti in questi anni: dal primo pezzo in assoluto su Echelon, scritto nel 1988 da Duncan Campbell, alle dichiarazioni di esponenti dei servizi segreti australiani, al resoconto dell'ultima riunione della Commissione libertà civili del Parlamento Europeo. Puntuale la copertura degli sviluppi del caso Echelo al Congresso, ottimo l'elenco dei link ai siti più informati. Il tutto rigorosamente in inglese.

Global Surveillance. E' la pagina di Paul Wolf, militante delle libertà civili. Completa, ma non aggiornatissima, è utile per seguire le origini del caso Echelon: si ferma, infatti, al primo rapporto Stoa e al dibattito dell'Europarlamento di settembre '98. Interessante la rassegna stampa, che comprende articoli in inglese, italiano, svedese e perfino fiammingo: purtroppo, però, copre fino a maggio '98. In ogni caso un buon punto di partenza.

Cryptome. Ricca, anche se di non facilissima consultazione, la pagina su Echelon del sito di controinformazione Jya. Oltre a fornire una esauriente panoramica delle fonti giornalistico-letterarie all'origine del "caso", ne segue gli sviluppi istituzionali in Europa e negli Stati Uniti. Particolare attenzione è dedicata alla National Security Agency, di cui sono pubblicati alcuni documenti "desecretati": l'atto di nascita, il cosiddetto Memorandum Truman del 1952, l'organigramma, il rapporto del Senato sull'attività dell'agenzia.

Disinformation. "Dirty work", un lavoro sporco: si intitola così, senza troppi giri di parole, la sezione dedicata alla rete di sorveglianza globale del sito Disinformation, contro le bugie della stampa. Tra cospirazioni, censura, propaganda e stato di polizia (questi i nomi delle altre pagine), il Progetto Echelon contiene una serie di link ai dossier giornalistici più affidabili (Hager, Campbell, la rivista Wired) e un'interessante lista delle parole-chiave utilizzate dai computer "dizionari" per selezionare i messaggi. Prima dell'intervento del governo americano, che ne ha vietato la diffusione, da questo sito era anche possibile scaricare il Pretty Good Privacy, un software di crittografia forte. Unica pecca: è troppo schierato dal punto di vista ideologico.

Duncan Campbell. Il giornalista investigativo scozzese che ha scritto il primo articolo su Echelon (Somebody's listening, 1988) e ha redatto nel '99 il secondo rapporto Stoa al Parlamento europeo, ha riunito in una pagina personale i più importanti tra i suoi pezzi sulla "rete di sorveglianza globale". Per chi volesse saperne di più di rettamente da lui, c'è anche il suo indirizzo di posta elettronica.

Control.alt. A cura del Tactical Media Crew (movimenti antagonisti, , gruppi di base, guerriglia digitale), è l'unico sito tutto in italiano in cui trovare informazioni su Echelon. I contributi più importanti sono senza dubbio le traduzioni dell'articolo di Nicky Hager "Sottoposti a un sistema di sorveglianza globale" e del primo rapporto Stoa "Valutazione delle tecnologie di controllo politico". Si trova anche un estratto dell'articolo del settimanale "Il Mondo", che per primo, nel '98, parlò di Echelon in Italia. Una pagina è dedicata anche ai sistemi di autodifesa digitale. Per difendere la propria privacy via etere.

Privacy International. Sul sito di una delle organizzazioni internazionali più impegnate nella difesa della privacy online, si trova, insieme con le ultime notizie su intercettazioni telefoniche e tecniche di crittografia, un'aggiornata sezione "Documenti": spiccano, tra gli altri, quelli redatti dal Parlamento europeo: i due rapporti su Echelon e le risoluzioni sul progetto congiunto Ue-Fbi noto come Enfopol. Interessante è pure la bozza di un dossier del gruppo di studio Ilets, risalente alla fine del '97, sui "Requisiti internazionali per le intercettazioni". Utile il link al sito russo dedicato a Sorm, il sistema di monitoraggio delle comunicazioni elaborato dall'ex-Kgb.

Statewatch. Nell'ambito di un completo monitoraggio su diritti civili e libertà politiche nei paesi dell'Unione europea, il sito dell'organizzazione che per prima ha denunciato il progetto di spionaggio europeo Enfopol presenta tutto quello che è possibile sapere sull'accordo tra polizie Ue e Fbi: origine e sviluppi del sistema, bozze di proposte e documenti ufficiali delle istituzioni europee.

Fas. Il sito della Federation of American Scientists, organizzazione no-profit politicamente impegnata su diversi fronti (scienza e ordine pubblico, sicurezza nazionale, programmi di intelligence), presenta una lista di tutti i progetti di spionaggio in corso nel mondo, una panoramica sulla storia e le risorse delle agenzie di intelligence coinvolte in Echelon e un aggiornato elenco di documenti "caldi": il più recente è il rapporto presentato dalla Nsa al Congresso sugli "Standard legali per la sorveglianza elettronica".

I siti ufficiali delle agenzie di intelligence coinvolte
Stati Uniti,
National Security Agency (Nsa)
Gran Bretagna,
Government Communications Headquarters (Gchq)
Canada,
Communications Security Establishment (Cse)
Australia,
Defence Signal Directorate (Dsd)
Nuova Zelanda,
Government Communications Security Bureau (Gcsb)