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Una
tecnica "adatta" a lei
Un po' pittrice, un po' scultore |
"A
metà tra pittura e scultura". Così Sara
Teodorani descrive la tecnica che, partendo dalla carta straccia,
le permette di fare quadri, vasi e ciondoli. La ragazza, seduta
al tavolo del laboratorio, prende una pasta bianca chiusa in un
sacchetto di nylon e comincia a "spalmarla" con la spatola.
"Una volta steso il primo pezzo, devo continuare finché
l'opera è completata. Altrimenti si formano le crepe",
spiega, sguardo rivolto al lavoro. "Se mi pesa? Per niente,
andrei avanti lo stesso". E le pause sono davvero
poche.
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Sara
stende la cartapesta
sulla base del quadro
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L'impasto
si asciuga velocemente: la parte stesa dieci minuti prima diventa
più chiara, a vista d'occhio. Spiega Sara: "Il quadro
va completato entro tre o quattro ore. Così si evitano crepe
o imperfezioni". È una tecnica, quella della cartapesta,
che non concede pause: "Per me non è un
problema", commenta passando la spatola in un angolo del dipinto.
"Non sopporto le imperfezioni. Sono meticolosa, maniaca
- sorride alzando per un attimo gli occhi - e anche il segno più
piccolo deve essere fatto al meglio".
E già la preparazione richiede molta pazienza. |
Per fare la pasta, la ragazza per prima cosa taglia i fogli di giornale
in piccoli pezzetti. Come spiega in "Crea
con Sara", non tutte le pagine vanno bene. "Questa fase
iniziale dura intere giornate", racconta. "È la parte
più noiosa del lavoro, ma solo così la cartapesta ha
il colore e la consistenza giusta e riesco ad ottenere
l'effetto che cerco". Alla tecnica attuale, la giovane artista
è arrivata gradualmente. |
I
primi quadri di Sara "colorati" con la carta
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Nel salatto di casa sono esposti i primi due quadri "colorati"
con la carta. Sara li prende dalla libreria, un mobile alto fino
al soffitto in legno scuro. "Sono dei collage fatti
con le pagine patinate delle riviste", spiega. Per lei, abituata
a riutilizzare le cose, non è stato difficile trovare un
modo di dipingere senza tele e pennelli: "La carta è
stata prima tela e tubetto di colore, oggi è
diventata la pasta che stendo e modello, un po' come uno
scultore", dice. Poi si ricorda di aver lasciato il quadro
a metà. E torna svelta in laboratorio.
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