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Silvio
Ciappi, il criminologo
"Un
modello, non solo in mezzo al mare"
Da
sette anni, una volta alla settimana, un altro "attore" di Gorgona è il
criminologo: Silvio Ciappi. Criminologo di professione, specializzatosi
negli Stati Uniti, è ricercatore universitario e membro della Commissione
Ministeriale sulle vittime del crimine ed esperto presso il Dipartimento
dell'Amministrazione Penitenziaria. Gorgona è la sua prima esperienza
come criminologo all'interno di una prigione. In un certo senso è il confessore
dei detenuti, ma è anche colui che, per legge, "studia" la loro personalità
e il loro cammino.
Qual è
la sua funzione a Gorgona?
Servo, unitamente alle relazioni del direttore, per dare informazioni
alla magistratura di sorveglianza, che è quella che decide sui permessi,
sui benefici. Quella cioè che stabilisce se un detenuto può usufruire
di permessi, di affidamenti in prova e di tutte quelle misure che riducono
la pena o permettono di espiarla in un contesto libero.
Quindi
formula giudizi…
Osservo, innanzitutto, e questa è purtroppo un'operazione complicata,
perché non è facile guardare i comportamenti delle altre persone e poi
trasformare le osservazioni in giudizi, soprattutto quando c'è in mezzo
la privazione del bene personale più prezioso che è la libertà. Molti
detenuti sono venuti e mi hanno raccontato storie e spaccati di vita e
io ho cercato di tradurli, ma non direttamente ai fini solo strumentali
del permesso. Penso che il permesso andrebbe dato sulla base di una specie
di contratto di fiducia, più che su una pseudo-osservazione della personalità,
che è ammantata dal rigore scientifico, anche se molto spesso non c'è
o è carente.
I detenuti
la cercano o è lei che li contatta?
Con i detenuti sto portando avanti un lavoro di simbiosi, un percorso
molto importante. C'è una sorta di telefono senza fili, quando uno ha
bisogno viene o altre volte l'imput arriva da parte della direzione, che
mi dice: "vai a vedere come va la tale persona".
A Gorgona
lavora anche l'assistente sociale, come si differenzia il vostro lavoro?
L'assistente sociale osserva il vissuto socio-familiare del detenuto.
La mia osservazione è, o dovrebbe essere, calata interamente sul singolo
soggetto, sulla sua pericolosità criminale. E' una valutazione meno sociale,
più individuale.
Come giudica
il lavoro dei detenuti con gli animali?
Da un punto di vista generale il lavoro aiuta molto il processo di reinserimento
individuale del detenuto, anche perché la persona impara a confrontarsi
con una scadenza della giornata, con degli impegni e delle responsabilità,
che sono cose ben diverse dal semplice oziare in una cella. Il lavoro
all'aria aperta e con gli animali aggiunge qualcosa in più: la possibilità
di vedere i ritmi della natura e degli animali e inquadrarli è qualcosa
che si presta molto di più a riflessioni meditative rispetto al lavoro
ossessivo e ripetitivo svolto in un contesto chiuso o davanti a un computer.
Molti dei detenuti tramite la scusa del coniglietto che è nato magari
aprono delle feritoie, degli angoli visuali inediti. E questo permette
anche una sorta di rieducazione interna molto più forte. Lavorando con
gli animali il detenuto vede che l'animale fa percorsi molto simili ai
nostri: la nascita del figlio, la morte, la riproduzione. E' una sorta
di metafora del tuo stesso cammino, il cammino da umano.
I detenuti
vivono il lavoro con gli animali come un lavoro normale o come qualcosa
di speciale?
Il detenuto molto spesso si trova nella condizione difficile di non dovere
mai esaltare le cose che fa, anche se positive. Non si sentirà mai dire
da un detenuto: "questo mi piace, questo va bene". Quest'atteggiamento
è dovuto alla condizione di carcerazione, che porta a non privilegiare
anche quei piccoli aspetti positivi che si possono trovare.
Gorgona
potrebbe essere un modello penitenziario?
Gorgona sarebbe sicuramente un modello da esportare. Primo perché i detenuti
costano molto, soprattutto quando oziano, mentre quando lavorano, oltre
a dare loro una motivazione in più, c'è la possibilità di diminuire i
costi della giustizia.
Gorgona
è possibile solo perché è su un'isola?
Potrebbe essere realizzato anche su terra ferma, tranquillamente
In futuro
ci saranno altre Gorgona?
Vedremo, io l'ho ampiamente sollecitato
Qual è
un lato negativo di Gorgona?
La magistratura di sorveglianza, quella che dà i permessi, dovrebbe essere
molto più presente sull'isola e dovrebbe esistere una sorta di federalismo
carcerario così che ogni singolo carcere, singolo staff, direttore, educatore,
assistete sociale ecc.. potessero decidere in maniera definitiva sul percorso
trattamentale da far fare al loro detenuto. Altrimenti rischiamo che a
Gorgona vengano applicati i criteri dell'Ucciardone di Palermo quando
invece i requisiti sono totalmente diversi.
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Pubblicazione:
maggio 2002
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