Aquile: una coppia per la vita

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Una battaglia contro i "mulini a vento"

La gola di Pilato

Disteso tra Umbria e Marche sta il Parco nazionale dei monti Sibillini, oltre 700 chilometri quadrati di colline, montagne, altipiani. Un "paradiso", un luogo protetto dove la fauna può riprodursi senza il pressing umano. Qui vivono e nidificano cinque coppie di aquila reale. Ma, a quanto pare, il pericolo può incombere anche in un luogo protetto per antonomasia.

Il logo del parco

Il progetto per la costruzione di un parco eolico potrebbe minacciare seriamente la sopravvivenza delle aquile e di altre quaranta specie di interesse comunitario come il pellegrino, la starna, le pernici e il codirossone. Certo, si potrebbe obbiettare, un impianto che sfrutta l'energia del vento non inquina e non esaurisce le risorse naturali. E' vero, ma non è l'unica verità possibile. Sistemare delle turbine eoliche all'interno di un parco come quello dei Sibillini significa mettere a rischio la sopravvivenza di alcune specie animali, significa distruggere un incantevole paesaggio che in una regione senza mare come l'Umbira rappresenta un'attrattiva turistica, significa creare strade per raggiungere gli impianti rendendo accessibili anche le zone più impervie e più sicure per la fauna.

L'impianto di Monte Mutali: due turbine tra Fabriano e Gubbio
Queste obiezioni le sostengono esperti e ambientalisti. Mauro Magrini, biologo e naturalista ha avuto l'incarico di verificare quale potrebbe essere l'impatto delle pale eoliche sulla popolazione dei volatili. "Dallo studio che sto conducendo - racconta Magrini - viene fuori che l'impatto di un sistema del genere, soprattutto sulle popolazioni di rapaci, è fortissimo". Alcuni ricercatori americani hanno condotto uno studio all'interno di una zona della California dove era appena stato costruito un parco eolico. "I ricercatori - continua Magrini - hanno catturato e marcato con una trasmittente 279 individui di aquila reale.
Monte Mutali

Alla fine dello studio è stato verificato che su 60 aquile trovate morte il 37% erano decedute dopo una collisione con le pale, mentre il 10% ha trovato la morte schiantandosi contro i cavi elettrici che portano via l'energia prodotta. A morire sono soprattutto gli esemplari immaturi e sub adulti, ancora poco esperti, che girovagano pronti a fare la loro parte in ambito riproduttivo. Sul lungo periodo quindi la popolazione di aquile, almeno secondo quanto accaduto in California, subirebbe un decremento del 9% annuo. "In California - conclude Magrini - ci sono colline intere ricoperte da turbine eoliche, ma c'è anche uno sterminato territorio libero. Lì dunque un'alternativa c'è, qui invece si andrebbero a occupare quei pochi spazi (i prati in cima alle montagne) che sono gli unici luoghi di caccia delle nostre aquile".

Due turbine eoliche sono già presenti sull'Appennino a Monte Mutalii, una collina battuta dal vento tra Fabriano, Fossato di Vico e Gubbio. Questo impianto è considerato la prima vera centrale eolica dell'Italia settentrionale.

(maggio 2002)