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Di qua e di là dal ponte

 

 

la frontiera
l'imam e il parroco
il nemico
un'altra verità

una memoria lacerata

 

Aldin e Franjo non si conoscono.

Aldin, musulmano, ha 18 anni. Il croato Franjo li compirà fra tre giorni.
Aldin, musulmano, è tornato a Kolibe Franjo, croato, vive ancora a Slavonski Brod

Aldin da cinque anni è tornato a casa.

Franjo abita in Croazia da quando la guerra è scoppiata.
Aldin e sua madre nel 1992 si sono rifugiati in Polonia. Finché nel 1998 sono tornati a Kolibe. Aldin aveva 14 anni. Ha lasciato la scuola e aiutato gli uomini del paese a spalare macerie e tirar su muri. Dice che era un buon modo per rimorchiare. Franjo abita dal 1992 a Slavonski Brod, a sei o sette chilometri da Kolibe, subito oltre il ponte sulla Sava che segna il confine con la Croazia.
Il padre di Aldin è stato ucciso nel 1992, il primo giorno dell’attacco serbo in questa zona.

Il padre di Franjo oggi ha 48 anni, capelli bianchi, un’aquila tatuata sul braccio e appena può elenca le ragioni per non tornare: non c’è lavoro, non ci sono soldi né ospedali, a scuola è obbligatorio usare il cirillico.

Aldin abita con sua mamma nell’ultima casa del paese. Dietro c’è un campo di mais e l’orto con peperoni, patate, cipolle. Per vivere si arrangiano con quello. Il padre di Franjo è militare, la mamma infermiera, con le notti in ospedale guadagna 700 euro al mese.

Aldin d'inverno studia da meccanico, d’estate lavora a giornata nei cantieri.

Aldin a Kolibe gira a piedi.

Il ponte sulla Sava che separa Bosnia e Croazia

Franjo fa una scuola da veterinario, ma dice che non ha voglia di studiare.

 

Franjo sgomma sulla golf di suo padre. Vorrebbe una macchina per il compleanno, ma non se ne parla se non va meglio a scuola.

Aldin e i ragazzi di Kolibe la sera si ritrovano in piazza, un quadrilatero tra moschea e negozio. Arrivano in bici, stanno sul muretto con una birra. Qualche volta c’è una festa paesana a sottoscrizione. Nel "Centro culturale" ci sono le panche accostate ai muri e tutto il paese dai tre agli ottant’anni che si lancia in scatenati girotondi. Franjo di sera esce con gli amici croati di Slavonski Brod. Vanno in una strada soprannominata “strada ubriaca”, piena di locali con tavoli all’aperto, luci lampeggianti e cameriere in minigonna. Si beve e si mandano messaggi col cellulare, si ascoltano Chihuahua e i Tribalistas.
Aldin dice che forse — se lei vuole — accetterebbe di stare insieme a una ragazza serba. Franjo dice che sarebbe una follia, e che suo padre non glielo perdonerebbe. Perché si sa, i figli dei matrimoni misti sono stati i più crudeli durante la guerra.
Aldin dice che per lui la guerra non è finita, certe ferite non si possono dimenticare. Franjo dice che per lui la guerra non è finita: lo sarà quando sarà tornato a casa.

 

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