IN
CITTÀ |
11.20: uscendo dall’Università
Bisogna
ritornare ai Collegi per il pranzo, ma Marianna
vuole prima fare una passeggiata in città.
Ha già preso accordi con l’autista
del pollicino, che verrà
a prenderla nella centralissima piazza della Repubblica.
È a dieci minuti di cammino a piedi dalla
facoltà di Scienze della formazione.
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11.22:
un percorso accidentato
Usciti
dall'Università, non è possibile salire
per Via Saffi: troppo ripida e stretta. Bisogna
prendere via del Poggio, una stradina che può
essere "scalata" più agevolmente,
ma la pavimentazione danneggiata in più punti.
Non è facile guidare la carrozzina elettrica
lungo il percorso: Rino deve aiutare Marianna a
manovrare il joystick della sedia a rotelle. A metà
salita la ruota di sinistra si incastra in una buca,
è necessario spingere anche a mano. |
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11.25: piazza Rinascimento
È
su questa piazza che affaccia la Cappella universitaria
di san Domenico:
ogni mercoledi sera Marianna viene in questa chiesa
per pregare. È molto religiosa. Le suore
la prendono ai collegi, la portano con loro alle
funzioni religiose e la riaccompagnano.
La scalinata davanti alla Chiesa non dispone di
una piattaforma per sollevare la carrozzina di
Marianna. E’ necessario portarla in spalla.
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Salite,
discese, strade sconnesse e continui ostacoli:
è il centro storico di Urbino vissuto da
un disabile motorio.
In genere i luoghi pubblici della città
sono attrezzati per l’ingresso
di persone con la carrozzina, ma ci sono delle
sorprendenti eccezioni.
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11.30:
in piazza della Repubblica
Mancano circa
trenta minuti all’arrivo del pollicino bianco.
Marianna ha un continuo bisogno di parlare. Racconta
a Rino del suo progetto di un centro
di riabilitazione per disabili fisici, un luogo
in cui si dia valore anche alle emozioni e al
vissuto interiore dei portatori di handicap. Marianna
crede in un progetto totale.
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12.00: arriva il pollicino
Puntuale, arriva l’autobus del
servizio per disabili. Un amico della facoltà
saluta Marianna mentre si avvicina al pollicino.
Prossima tappa: la mensa universitaria.
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"Io
mi ritengo una miracolata. Nonostante io abbia dei
momenti
di sbandamento in cui dico: "Ma va, cos'è
che vado a fare a Urbino
mi ricorderò sempre che padre Pio mi ha salvato
per ben tre volte volte
da delle brutte situazioni".
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