Tra
immondizie e voragini
Buche
profonde e pareti a strapiombo: camminare da soli a Galeria
può essere pericoloso. La piccola discarica e i
sacchi di immondizia sparsi ovunque sono lo specchio di
anni di incuria. Proprietari e Roma Natura si
scaricano le responsabilità. Ma il dialogo potrebbe
riprendere a breve.
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Pericoli,
immondizie, vandalismo. Galeria è anche questo.
Ed è chiaro da subito: nello spiazzo dove si lascia
la macchina per incamminarsi lungo il sentiero che porta
alla rocca c'è una piccola discarica alla
luce del sole. Qualche sacchetto, ma soprattutto
barili, taniche, grossi pezzi di vetrata. Non sembrano
rifiuti normali ma scarti d'industria. Del resto è
lo stesso direttore dell'Ente regionale, Stefano
Cresta, a sostenerlo: “Ad oggi Galeria
non è decorosa”.
“Eravamo
a Galeria per una partita di gioco di ruolo quando ci
siamo accorti che mancava un ragazzo. L'abbiamo cercato
ovunque e dopo due ore l'ho trovato in fondo a una delle
cave vicine all'Arrone. Era terrorizzato: se
sei solo, una volta caduto in quelle buche non ne esci
più”. Il racconto di Andrea,
che frequenta la città morta da diversi anni con
i suoi amici, dice molto sulla pericolosità di
questa zona. Passeggiare da soli per Galeria è
sconsigliato da tutti. Anche chi la conosce come
le proprie tasche, la teme. “Giocare
qui è bello, ma anche rischioso. Per questo delimitiamo
le zone più insidiose ma c'è sempre chi
vuole andare oltre”.
Il
volto di Andrea si fa teso, ricordare
quell'episodio lo scuote ancora a distanza di anni: “Se
non mi fosse venuto in mente di cercarlo nelle cave sopra
l'Arrone, quel ragazzo sarebbe morto”.
Queste voragini nel ventre di Galeria in origine erano
dei magazzini sotterranei. Progettate per contenere più
grano possibile. Per questo sono strette in superficie
e larghe in profondità. Oggi che la città
è un parco in semi-abbandono, quelle cave sono
trappole mortali.
I
precipizi sono l'altra grande minaccia. Il fascino di
Galeria sta anche nella sua posizione: arrampicata su
una rocca, troneggia e domina la campagna ai bordi di
Roma. Ma anche la bellezza può essere pericolosa:
sul punto più alto della città corrono pareti
a strapiombo. A guardare verso il basso c'è da
farsi venire le vertigini: un vuoto di decine di metri.
Ma non c'è un parapetto e di un segnale che avverta
del pericolo, neanche l'ombra.
Possibile
che un'area dichiarata patrimonio naturalistico e archeologico
versi in queste condizioni? La risposta è sì,
se il proprietario (la Pisorno Agricola)
e l'ente che dovrebbe sorvegliare l'osservanza del vincolo
(Roma Natura) giocano a palla avvelenata
con le responsabilità. Stefano Cresta,
direttore di Roma Natura, è molto chiaro:
“Pulire e mettere in sicurezza è compito
della Pisorno. I nostri guardaparco, che purtroppo
sono già pochi, non possono fare i poliziotti in
casa d'altri. Se vedono rifiuti per terra o ritengono
che ci sia un pericolo, devono riferirlo alla proprietà,
non spetta a loro prendere i sacchetti e buttarli, anche
se spesso lo fanno per quieto vivere”. La discarica
a cielo aperto è solo uno dei tanti oggetti del
contendere: Roma Natura ha emesso un'ordinanza
nei confronti della Pisorno per togliere
di mezzo quei rifiuti. La ditta è ritenuta responsabile
per non aver sorvegliato né affisso cartelli di
divieto di scarico.
La
Pisorno, nelle parole di un suo amministratore,
la pensa diversamente: “Noi siamo una
società agricola, non siamo né spazzini
né guardiani. Nel 1999 Galeria è
stata dichiarata parco. Bene, Roma Natura
se ne dovrebbe assumere la responsabilità anziché
sparire. Se si fa un parco, poi bisogna gestirlo adeguatamente”.
Cresta
ribatte: “La Pisorno avrebbe
le stesse responsabilità anche se Galeria non fosse
sottoposta a vincoli. Comunque, se non può sorvegliare
ogni persona che entra nel parco, potrebbe impedire l'accesso
con un cancello. Certo, sarebbe un brutto messaggio per
i cittadini, ma nessuno glielo impedisce: basta fissare
degli orari di apertura al pubblico”. La proprietà
privata smentisce: “Abbiamo già fatto
richiesta, ma non ci hanno permesso di recintare”.
L'amministratore, che ha chiesto di rimanere anonimo,
lamenta anche lo scarso dialogo con l'ente Roma
Natura.
Almeno
in questo caso, però, una speranza c'è.
È Stefano Cresta ad agitare il
ramoscello d'ulivo: “Nei prossimi mesi voglio
incontrare i dirigenti della Pisorno:
abbiamo molte cose da chiarire. L'obiettivo è giungere
ad un accordo sulle responsabilità e salutarci
con una stretta di mano”.