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In bilico tra pubblico e privato

Dal 1990 Galeria è di proprietà della Pisorno Agricola. Tra la società e il municipio XX era tutto scritto: Galeria sarebbe passata in mano al Comune. Poi il fallimento di Parmalat: da allora è tutto bloccato.

Collecchio e Galeria Antica sono più vicine di quanto non si immagini. Quando nel 2004 la Parmalat dei Tanzi ha dichiarato bancarotta, il destino della città morta è improvvisamente cambiato.

Dal 1990, infatti, Galeria e i terreni circostanti appartengono alla Pisorno Agricola, un'impresa di Santa Maria di Galeria di cui Parmalat è proprietaria. Nel 2004, pochi mesi prima del crac, Tanzi aveva ipotecato la piccola azienda alle porte di Roma alla Banca Popolare di Lodi di Fiorani per 25 milioni di euro. Il tribunale, giudicando sospetta questa mossa, ha deciso di annullare l'ipoteca ed esautorare l'amministrazione della Pisorno. Per Galeria è stata una disdetta.

La precedente amministrazione della società agricola, infatti, aveva raggiunto un accordo con il XX municipio per cedere la città morta e i terreni limitrofi in cambio di alcune concessioni per edificare a Cesano. Lo conferma Antonio Maestoso, ex amministratore delegato della Pisorno: “C'era l'ok di entrambe le parti ma dopo il cambio ai vertici si è interrotto il dialogo. Mi risulta, però, che l'accordo sia ancora in piedi. Andrebbe solo ratificato”.

I nuovi dirigenti, però, temporeggiano. Uno di loro, che preferisce rimanere anonimo, spiega: “Questa azienda ha una storia particolare, adesso stiamo cercando di affrontare le vecchie questioni una ad una, fra cui c'è anche la cessione di Galeria. La trattativa si è solo interrotta ma vogliamo chiuderla al più presto. In un senso o nell'altro”.

Secondo alcuni, il passaggio di proprietà sarebbe una manna dal cielo per Galeria: il municipio avrebbe tutto l'interesse a tenere in buono stato il patrimonio che si trova nel suo territorio. Stefano Ceccotti, presidente dell'associazione culturale locale Aste Taurine, la pensa così: “Era stata proprio la nostra associazione a spingere la Pisorno e il municipio a incontrarsi per risolvere definitivamente la questione. Questo stallo non fa altro che peggiorare il degrado di Galeria”.

Stefano Cresta, direttore di Roma Natura, è più cauto: “Questi accordi sono un danno per la città. È già successo con il parco di Tormarancia: acquisita come parco dal Comune che, in cambio, ha autorizzato il privato a cementificare in altre zone. Non ho alcun potere di veto, ma certamente non caldeggio questa trattativa".

Per uscire dall'impasse, in realtà, un modo ci sarebbe. Il terreno su cui sorge Galeria, sottoposto a vincoli, non si può toccare in alcun modo. Sul mercato immobiliare, quindi, l'area vale poco. Il Comune avrebbe il potere per espropriare Galeria a prezzo di mercato. Peccato solo che manchino i soldi.

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