Amano le chat almeno quanto i discorsi
al telefono. Lasciano le piazze, per rifugiarsi nei videogames e nelle
comunità virtuali. Comunicano via e-mail, scelgono i forum come luogo
di dibattito e il web come spazio d'azione. Uno schermo al posto del televisore,
un browser come veicolo di pubblicità e messaggi subliminali.
Negli Stati Uniti li chiamano "clickerati", "cyberteens", "kids on the
net": ragazzi in rete. La generazione degli anni Ottanta, cambiata dalla
rivoluzione telematica dell'ultimo decennio. Su Internet navigano, vanno
a caccia di curiosità, trovano finanche l'occasione per conoscere e acquistare
prodotti di consumo. Vivono. E scoprono un universo fatto di pagine elettroniche
e possibilità in apparenza illimitate.
Siti destinati ai ragazzi e siti fatti dai ragazzi, per i loro coetanei.
Nell'era digitale, i teenager possono essere "ascoltati" e non più soltanto
"visti". Un potere, come dice Gerry McGovern, della società di
consulenza online Nua, che
non esisteva nella civiltà dell'era industriale. Cambia il rapporto con
il mondo reale. Più libertà, meno relazioni familiari
e sociali. Un paradosso in cui si consuma anche il conflitto con i genitori,
sempre più lontani dal modo di apprendere e di comunicare dei loro figli.
Anche i punti di contatto non sono più gli stessi. E secondo un esperto
di multimedialità come Jakob Nielsen, accade che "la vecchia definizione
di contatto personale non abbia più senso, se non nei luoghi virtuali
di chat e messaggerie online". Nell'era telematica, aggiunge Ranny
Levy presidentessa della organizzazione americana per la qualità dei
media per ragazzi Cqcm,
"nasce una società isolazionista, nella quale i giovani trascorrono la
maggior parte del tempo online". A conferma di ciò, ci sarebbe il fatto
che il 60% dei giovani utenti di Internet rinuncia alla tv e il 33% fa
lo stesso con i quotidiani di informazione. Negli Usa, stando alle ricerche,
aumentano i casi di insonnia provocati dall'assuefazione ai new media.
Alienati o meno, i "cyberteens" approfittano degli scenari aperti dalle
nuove tecnologie e ne subiscono l'azione. Notizie, giochi, intrattenimento:
un'infinità di informazioni che vengono da portali e motori di ricerca.
Ma anche il bombardamento di ogni tipo di messaggi. Quelli delle pagine
personali, dei siti tematici, dei banner pubblicitari. Ci sono le guide
in rete, le directory specifiche. Ma nel labirinto delle voci, il rischio
di smarrirsi è sempre più grande.
Forum e chat
Ambiente, divorzio, alcol e droga, depressione, problemi esistenziali,
relazioni con amici e genitori. In rete, i ragazzi parlano di tutto. Si
confrontano, cercano conferme o smentite.
"Abbiamo un'associazione, in Svezia, che sta cercando di diffondere uno
stile di vita basato sul rispetto della natura", si legge in Global Teenager,
un forum internazionale sponsorizzato dall'Assemblea per i giovani delle
Nazioni Unite. A scrivere è un ragazzo svedese di 32 anni, Jens Hallgren.
La sostenibilità e il futuro del pianeta al centro dell'attenzione. "Ma
- interviene Rosita Najmi, una sedicenne americana - io sono interessata
anche agli altri temi che trattate, come i diritti e la condizione delle
donne nel mondo". Due, tra le centinaia di testimonianze che giungono
dai 120 Paesi toccati dal programma "Planet Earth". Ci si può registrare
alla mailing list. E scegliere di rispondere pubblicamente o in privato,
via e-mail. Accade più o meno lo stesso anche su Teenexchange di About.com,
Teentalk e Teentoday, grandi forum dedicati all'adolescenza.
Per orientarsi, ci sono directory specifiche. Adolescence directory online
è una guida in rete pensata dal Centro di studi dell'Università dell'Indiana.
Contiene interventi di studenti, insegnanti, famiglie. Su ParenTalk Newsletter,
si confrontano faccia a faccia genitori e figli. Teen Advice Center è
un sito dedicato ai problemi dei giovani. Infine le chat rooms. Da quelle
che ti fanno entrare in un albergo di lusso o in castello, a quelle che
contengono messaggi esplicitamente erotici. Seguire la bussola, in questo
caso, per i ragazzi non sempre è agevole.
Pagine personali
"Il mio mondo è vasto. E spesso meraviglioso", confida Tony sulla sua
home page. "Lo vedo come un luogo che mi aiuta a crescere, a diventare
migliore". Il mondo che Anthony Godby Johnson porta su Internet, è la
realtà vissuta dell'Aids. A 21 anni scrive: "Le persone a volte mi chiedono:
come ci sei finito? La risposta è: non chiedetemelo".
La malattia e la sofferenza, accanto agli
interessi e ai divertimenti. Sono migliaia i ragazzi che sul web si mostrano,
si confessano, raccontano le proprie esperienze. Incuranti della privacy,
nel disperato tentativo di uscire dall'anonimato della vita quotidiana.
Siti come Geocities e Nerdworld raccolgono lunghissimi elenchi di pagine
personali. Sono varie, hanno nomi accattivanti: la stanza di Katie, il
Paradiso di Becky, l'Odissea di un poeta. C'è Retta che si definisce la
regina del basket; la piccola Alice in vacanza con mamma e papà; Anthony
Montesanto, cresciuto con la sclerosi e icona dei ragazzini che soffrono.
Il tutto accanto agli appelli religiosi, agli slogan razzisti, al materiale
pornografico: come in un grande agorà telematico.
Nuove frontiere
In principio si limitavano ai giochi
multimediali e alle ricerche in rete. Oggi comprano azioni in Borsa online,
leggono, ascoltano musica, fanno acquisti a distanza nei virtual store.
I ragazzi sono diventati "target", bersagli della pubblicità e degli operatori
del mercato Internet.
Fino a due anni fa, negli Usa solo l'uno percento della spesa dei giovani
per i prodotti di consumo finiva nell'e-commerce. Tra i principali ostacoli,
il sistema di pagamento con la carta di credito. Così alcune compagnie
come DougNet, RocketCash,
ICanBuy
sono corse ai ripari, creando possibilità di pagamento alternative,
basati su appositi conti depositati dai genitori nelle Banche virtuali.
Secondo gli analisti di Jupiter
Communications, a partire dal 2002 saranno più di sedici milioni i
teenager che spenderanno online. Un business da un miliardo e duecento
milioni di dollari.
(maggio 2000)
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