Sono un prodotto del mio tempo. Rifiuto di essere capita. Non seguo regole. Non mi adeguerò a nulla, se non all'ideale di individualismo dei media. Non ho bisogno di aiuto. Non voglio affetto. Non mi interessa. Non mi serve. Sono una teenager. MARIYAM RIZVI (pagina personale)


Sezioni del dossier

Home page

Siti per i ragazzi
e siti dei ragazzi

Storie dal web:
Children's Express


Internet e il diritto:
tutela dell'infanzia


Sottosezione

Paginauno.it
i siti per i bambini




Forum e chat:

Global Teenager

Teentalk

Teentoday

Teenexchange

Adol

Teen chat

Teen Advice Center

ParenTalk Newsletter

Interfriends

Girlpower

Youth

Youth Intersection

Clarence

Virgilio

Digiland

Hotelchat

Fantasycastle


Pagine personali:

Nerdworld

Geocities

Forum, chat e pagine personali: il nuovo universo

Essere in ogni luogo:
vivere sul web

Amano le chat almeno quanto i discorsi al telefono. Lasciano le piazze, per rifugiarsi nei videogames e nelle comunità virtuali. Comunicano via e-mail, scelgono i forum come luogo di dibattito e il web come spazio d'azione. Uno schermo al posto del televisore, un browser come veicolo di pubblicità e messaggi subliminali.

Negli Stati Uniti li chiamano "clickerati", "cyberteens", "kids on the net": ragazzi in rete. La generazione degli anni Ottanta, cambiata dalla rivoluzione telematica dell'ultimo decennio. Su Internet navigano, vanno a caccia di curiosità, trovano finanche l'occasione per conoscere e acquistare prodotti di consumo. Vivono. E scoprono un universo fatto di pagine elettroniche e possibilità in apparenza illimitate.

Siti destinati ai ragazzi e siti fatti dai ragazzi, per i loro coetanei. Nell'era digitale, i teenager possono essere "ascoltati" e non più soltanto "visti". Un potere, come dice Gerry McGovern, della società di consulenza online Nua, che non esisteva nella civiltà dell'era industriale. Cambia il rapporto con il mondo reale. Più libertà, meno relazioni familiari e sociali. Un paradosso in cui si consuma anche il conflitto con i genitori, sempre più lontani dal modo di apprendere e di comunicare dei loro figli. Anche i punti di contatto non sono più gli stessi. E secondo un esperto di multimedialità come Jakob Nielsen, accade che "la vecchia definizione di contatto personale non abbia più senso, se non nei luoghi virtuali di chat e messaggerie online". Nell'era telematica, aggiunge Ranny Levy presidentessa della organizzazione americana per la qualità dei media per ragazzi Cqcm, "nasce una società isolazionista, nella quale i giovani trascorrono la maggior parte del tempo online". A conferma di ciò, ci sarebbe il fatto che il 60% dei giovani utenti di Internet rinuncia alla tv e il 33% fa lo stesso con i quotidiani di informazione. Negli Usa, stando alle ricerche, aumentano i casi di insonnia provocati dall'assuefazione ai new media.

Alienati o meno, i "cyberteens" approfittano degli scenari aperti dalle nuove tecnologie e ne subiscono l'azione. Notizie, giochi, intrattenimento: un'infinità di informazioni che vengono da portali e motori di ricerca. Ma anche il bombardamento di ogni tipo di messaggi. Quelli delle pagine personali, dei siti tematici, dei banner pubblicitari. Ci sono le guide in rete, le directory specifiche. Ma nel labirinto delle voci, il rischio di smarrirsi è sempre più grande.

Forum e chat

Ambiente, divorzio, alcol e droga, depressione, problemi esistenziali, relazioni con amici e genitori. In rete, i ragazzi parlano di tutto. Si confrontano, cercano conferme o smentite.

"Abbiamo un'associazione, in Svezia, che sta cercando di diffondere uno stile di vita basato sul rispetto della natura", si legge in Global Teenager, un forum internazionale sponsorizzato dall'Assemblea per i giovani delle Nazioni Unite. A scrivere è un ragazzo svedese di 32 anni, Jens Hallgren. La sostenibilità e il futuro del pianeta al centro dell'attenzione. "Ma - interviene Rosita Najmi, una sedicenne americana - io sono interessata anche agli altri temi che trattate, come i diritti e la condizione delle donne nel mondo". Due, tra le centinaia di testimonianze che giungono dai 120 Paesi toccati dal programma "Planet Earth". Ci si può registrare alla mailing list. E scegliere di rispondere pubblicamente o in privato, via e-mail. Accade più o meno lo stesso anche su Teenexchange di About.com, Teentalk e Teentoday, grandi forum dedicati all'adolescenza.

Per orientarsi, ci sono directory specifiche. Adolescence directory online è una guida in rete pensata dal Centro di studi dell'Università dell'Indiana. Contiene interventi di studenti, insegnanti, famiglie. Su ParenTalk Newsletter, si confrontano faccia a faccia genitori e figli. Teen Advice Center è un sito dedicato ai problemi dei giovani. Infine le chat rooms. Da quelle che ti fanno entrare in un albergo di lusso o in castello, a quelle che contengono messaggi esplicitamente erotici. Seguire la bussola, in questo caso, per i ragazzi non sempre è agevole.

Pagine personali

"Il mio mondo è vasto. E spesso meraviglioso", confida Tony sulla sua home page. "Lo vedo come un luogo che mi aiuta a crescere, a diventare migliore". Il mondo che Anthony Godby Johnson porta su Internet, è la realtà vissuta dell'Aids. A 21 anni scrive: "Le persone a volte mi chiedono: come ci sei finito? La risposta è: non chiedetemelo".

La malattia e la sofferenza, accanto agli interessi e ai divertimenti. Sono migliaia i ragazzi che sul web si mostrano, si confessano, raccontano le proprie esperienze. Incuranti della privacy, nel disperato tentativo di uscire dall'anonimato della vita quotidiana. Siti come Geocities e Nerdworld raccolgono lunghissimi elenchi di pagine personali. Sono varie, hanno nomi accattivanti: la stanza di Katie, il Paradiso di Becky, l'Odissea di un poeta. C'è Retta che si definisce la regina del basket; la piccola Alice in vacanza con mamma e papà; Anthony Montesanto, cresciuto con la sclerosi e icona dei ragazzini che soffrono. Il tutto accanto agli appelli religiosi, agli slogan razzisti, al materiale pornografico: come in un grande agorà telematico.

Nuove frontiere

In principio si limitavano ai giochi multimediali e alle ricerche in rete. Oggi comprano azioni in Borsa online, leggono, ascoltano musica, fanno acquisti a distanza nei virtual store. I ragazzi sono diventati "target", bersagli della pubblicità e degli operatori del mercato Internet.

Fino a due anni fa, negli Usa solo l'uno percento della spesa dei giovani per i prodotti di consumo finiva nell'e-commerce. Tra i principali ostacoli, il sistema di pagamento con la carta di credito. Così alcune compagnie come DougNet, RocketCash, ICanBuy sono corse ai ripari, creando possibilità di pagamento alternative, basati su appositi conti depositati dai genitori nelle Banche virtuali. Secondo gli analisti di Jupiter Communications, a partire dal 2002 saranno più di sedici milioni i teenager che spenderanno online. Un business da un miliardo e duecento milioni di dollari.


(maggio 2000)