Crescere
è facile, con la magia
Le
cosiddette majocco (maghette) rap-presentano una tappa importante nel
per-corso dell'evoluzione del cartone animato giapponese. La prima fra
tutte fu Maho-tsukai Sally ("Sally la maga"), che diede il
via un filone vastissimo e prospero, con la caratteristica di presentare
sempre una gio-vane figura femminile che affronta la vita dotata di
poteri magici.
Dopo
Sally, che vide la luce nel 1966, seguirono la maga Chappi, la streghetta
Meg, Lalabel e molte molte altre. Le majocco a noi più note sono
naturalmente quelle approdate ai nostri canali tv. Tra esse, grande
successo hanno registrato l'incantevole Creamy, forse la più
celebre di tutte, poi Evelyn la maga, Magica Emie e Sandy dai mille
colori.
Nelle
creazioni più recenti, il filone delle majocco ha subito un calo
notevole di qualità. Le eroine degli anni Novanta e Duemila,
Sailormoon a parte, presentano sempre più spesso caratteristiche
che poco hanno a che fare con il mondo della magia, tipo mirabolanti
acrobazie in deshabillé che riempiono sceneggiature senza senso.
Gli
anni 70: una vacanza sulla Terra
La
prima maghetta ad arrivare in Italia, su reti private minori, fu "Sally
la maga", all'ini-zio degli anni Settanta. L'anime proponeva il
personaggio di una streghetta che decide di passare un periodo sulla
Terra perchè stufa di vivere nel mondo della Magia, di cui è
la principessa. Tutta la vicenda è imperniata sul confronto tra
Sally, i suoi amici terrestri e il padre, sovrano dei maghi e poco soddis-fatto
dei buoni rapporti che la figlia intrattiene con gli umani.
Nel
1969, Himitsu no Akkochan (letteralmente "il segreto della
piccola Akko", noto da noi come "Lo specchio magico"),
anticipa una caratteristica importante del decennio successivo: la ragazzina
normale che trova un oggetto magico e lo usa per trasformarsi in qualcosa
di diverso. Alla piccola Stilly (Akko) cade dalle mani lo specchietto
regalatole dal fratello, dai frantumi esce però un folletto che dona
a Stilly uno specchio magico, che ha il potere di trasformare chi lo
possiede in qualunque persona o animale e di teletrasportare. L'anime
è arrivato in Italia nel 1988, in piena epoca Creamy.
Osamu
Tezuka dà il suo contributo al genere nel 1971, con Fushigina
Melmo (La meravigliosa Melmo, o "I bob bon magici di Lilly"),
in cui una bambina si trasforma grazie a caramelle magiche in adulta
e viceversa. Il desiderio di crescere sarà una costante di tanta
animazione in tema: qui però la motivazione di Melmo è
quella di accudire il fratellino, rimasto con lei solo al mondo.
Nello
stesso anno viene prodotto l'umorisitico Sarutobi Ecchan (Hela
Supergirl), dove una ragazzina dotata di poteri magici vive una vita
in mezzo agli amici e a mille guai. Il manga segna, per la prima volta,
l'inserimento al fianco della protagonista di un cagnolino (Buk, ancora
amatissimo in Giappone e utilizzato in molte pubblicità) stereotipo
degli animaletti domestici che saranno presenti in quasi tutti i cartoni
sulle maghette. Nel 1972 Mahotsukay Chappy (per noi solo "Chappy"),
racconta ancora la storia di una ragazza giunta dal regno della magia,
questa volta insieme a un fratello minore.
Del
tutto diversa, nel 1973, Cutie Honey, di Go Nagai. Qui una ragazza
si rivela un androide dai poteri straordinari, combattendo per la salvezza
della Terra, in un cocktail che anticipa le combattenti degli anni Novanta,
e che dà vita alle prime polemiche per il suo soffuso erotismo.
Più
casalinga, sfruttando sempre il tema dell'androide, è nello stesso
anno Miracle shojo limit ("Cybernella"), storia della
figlia di uno scienziato, morta e risuscitata in cyborg (un tema dunque
simile al mitico Kyaschan): è il matrimonio tra magia e fantascienza.
Nel
1974 debutta uno dei maggiori successi del genere: Majokko Megu chan
("La piccola maga Meg", passato da noi nella storia degli
anime come "Bia, la sfida della magia"). Trasmesso da Rai
2 nel 1981, è la storia di una giovane strega che viene in visita
sulla Terra per confrontarsi con gli umani, affrontando la normale quotidianeità
di tutte le sue coetanee: scuola, sport, amici, amiche, fratellini e
primi batticuori.
Hana
no ko Lun Lun ("Lulù dei fiori"), è prodotto
nel 1979. Il plot si basa sulle fiabe più classiche, con una
principessa che inizia la ricerca di un fiore misterioso, con tanto
di animali amici, principe azzurro, strega bella e cattiva che si oppone,
varie peripezie e lieto fine. La magia è racchiusa in una spilla
speciale che indossa Lulù e che le dà essenzialmente il
potere di cambiare abito.
Gli
anni 80: arrivano le idol
Gli
anni Ottanta segnano una compene-trazione di tre temi per gli anime
majocco: la fiaba, il desiderio delle ragazzine di crescere e la vita
di tutti i giorni. In Giappone il nuovo fenomeno di costume è
rappresentato dalle idol: ragazze giovanissime che cantano, bal-lano,
recitano e diventano famosissime per pochi mesi. Tutte le adolescenti
nipponiche desiderano di essere una idol, e il mondo della majocco recepisce
il messaggio.
La
serie Maho no Tenshi Creamy Mami ("L'incantevole Creamy"),
del 1983, presenta una bambina figlia di una normale coppia della media
borghesia, che grazie all'incontro con due folletti provenienti da un
altro pianeta, può assumere le sembianze di una ragazza adulta
e diventare una star della canzone e del cinema. Come in altre storie
sentimentali, c'è la cronaca della vita a scuola, i primi batticuori,
ma anche magia, riferimenti alle fiabe e rivalità nel mondo dello
spettacolo.
Dopo
la parentesi bambina di Tongariboshi no Memol ("Memole dolce
Memole"), una fiaba nella tradizione di gnomi ed elfi riportata
ai giorni nostri, emrgono le sorelle minori di Creamy, che però
non ne eguagliano il successo.
Tra
queste, ricordiamo Maho no Star Magical Emi ("Magica magica
Emi"), dove la solita ragazzina trova un pupazzo magico che le
permette di trasformarsi in un'abile illusionista. Nel 1986 è
il turno di Maho no Idol pastel Yumi (Sandy dai mille colori), in cui
la protagonista, sempre tramite la magia, riesce a rendere reali i propri
disegni.
Il
mattatore di questo boom degli anni Ottanta è lo Studio Pierrot,
che dà inoltre i natali a una magica fanciulla decisamente fuori
serie, Lum (Lamù), protagonista di Uruseyatsura, grandissimo
mito dell'animazione nipponica. Lamù si discosta dalle altre
majocco sia per il suo aspetto decisamente più provocante e adulto
che per l'assenza di ambizioni nel mondo dello spettacolo.
Gli
anni 90: l'era Sailormoon
Nel
1992 nasce il mito di Sailormoon, che rilancia l'animazione giapponese
in tutto il mondo. Questo anime presenta una nuova concezione della
ragazza magica: ora non si tratta più di fare incantesimi e diventare
grande, ma di lottare per salvare il mondo. Nato in origine come spin-off
dell'allora più popolare Code Name Sailor V, presenta un gruppo
di ragazze-guerriere che devono difendere la Terra da un manipolo di
nemici belli e cattivissimi.
Le
eroine sono: Usagi-Bunny, pasticciona e infantile (anche se poi si rivelerà
essere la Principessa della Luna); Ami, la secchiona; Rei-Rea, un'altezzosa
sacerdotessa scintoista; Makoto-Morea, un maschiaccio; Minako-Marta,
troppo attenta alla sua bellezza. Proprio la presenza di tutti questi
difetti nelle protagoniste ha reso l'anime originale rispetto ai prodotti
precedenti.
Sailormoon ha permesso la conquista degli Usa da parte degli anime giapponesi.
Sponsorizzato dal colosso dei cereali Kellogg's, ha superato le maglie
della censura (critica per l'abbigliamento succinto delle eroine) e
ha diffuso una moda di cui è possibile accorgersi anche solo
contando le migliia di siti americani sorti in internet in onore delle
guerriere della Luna.
Proprio
la censura è stata una delle piaghe maggiori di Sailormoon in
Italia. I tagli hanno dapprincipio riguardato tutto ciò che di
giapponese ci fosse nella serie (dai nomi delle strade, alle canzoni,
ai nomi), poi si è passati alla edulcorazione del rapporto saffico
tra Uranus e Neptune, infine si sono eliminate le poche scene dove si
potessero vedere dei casti nudi femminili.
Ma
il ridicolo è stato raggiunto quando si è giunti a sostenere
che Sailormoon rendeva i suoi fan maschi omosessuali, in quanto influenzati
da personaggi femminili così forti e guerreschi.
La
nuova serie si rivela abbastanza vicina ai sogni delle ragazze ma sufficientemente
malizioso per attirare anche i ragazzi, con buona pace dei censori.
Proprio nella capacità di andare oltre i gusti di genere sta
il segreto del successo degli anime che hanno fatto storia: da Candy
a Lady Oscar, da Lupin a Lamù, a Sailormoon.