Galeotta
fu Cremona...
Lo
ammetto: fino all'estate del 2001 non sape-vo nulla della forma d'arte
fin qui presentata. Non ho dubbi che molti fan di manga e anime, dopo
aver dato un'occhiata a questo sito, diranno: ce ne eravamo resi conto.
In effetti mi sono avvicinato a questo universo solo un anno fa.
Mi
trovavo a Cremona a condividere un ap-partamento con altri due studenti
universitari, di poco più piccoli di me. Uno dei due, 25enne,
era prossimo a diventare ingegnere nucleare. Una persona come tante,
molto seria nella sua passione per l'ingegneria; però, arrivate
le due del pomeriggio, interrompeva senza esitazioni quaunque altra
occupazione per piazzarsi davanti al video e godersi ogni puntata della
riedizione di Sailor Moon, da lui già vista durante l'anno.
Oltre
lo stupore, un universo
Escludendo
che il quasi ingegnere nucleare avesse dei problemi personali, mi sono
incuriosito e ho cercato di capire cosa ci fosse dietro quella bizzarra
passione. E ho scoperto un universo. Non sta certo a me (e probabilmente
a nessuno) dare giudizi sullo spessore di una passione rispetto a un'altra;
giornalisticamente parlando, mi sembra anzi interessante cercare di
capire come mai manga e anime coinvolgano una fetta non trascurabile
delle generazioni sotto i 35 anni.
Come
mai ragazzi ben oltre l'adolescenza e uomini fatti, studenti, operai
e professionisti si guardano Sailor Moon? E come mai sanno di rimbalzo
così tante cose sul Giappone, una delle società più
culturalmente distanti dalla nostra? La
risposta degli snob potrebbe essere: perchè hanno tempo da perdere.
Ma chi vuol fare il giornalista non può permettersi di essere
snob. E dopotutto, meglio un ingegnere che evade davanti a Sailor Moon
che lo stesso ingegnere che non evade mai o non ha passioni.
All'
asilo con Simba e Goldrake, al liceo con Lamù
Essere
nato negli anni Settanta mi ha permesso di entrare in contatto con gli
anime sin da piccolissimo. Ovvio veicolo di contaminazione fu la tv
e i primi cartoni animati giapponesi trasmessi dalla Rai a partire dal
1978.
"Simba
il leone bianco" e "Goldrake" sono le prime serie che
ricordo di aver seguito assiduamente; successivamente, con l'esplosione
dei network privati, sopraggiunse una vera e propria valanga di disegni
animati made in Japan. Tra questi, e solo per citare quelli che riesco
a ricordare, "Monkey la scimmietta", "Jeeg Robot d'acciaio",
"Riu", "Conan", e ancora "Mazinga" e "Mazinga
Z", "Daitarn III", "Gundam", ma anche la prima
serie di "Candy Candy", "Jenny la tennista", "Lady
Oscar", "La Squadra G", "Kyaschan", "Yattaman"
e più recentemente, verso i 14-15 anni, "Lupin III"
fino a "Lamù" e le primissime puntate di Georgie, specie
quelle con le prime scene "erotiche".
Crescendo,
lo ammetto, ho perso ogni interesse verso i cartoni animati. In particolare
verso le nuove serie, che giudicavo troppo da dementi rispetto ai cartoni
della mia infanzia, classicamente sentiti come migliori. La riedizione
degli eroi e delle eroine della mia fantasia, privati delle loro sigle
originali, ha contribuito a fare di me un uomo senza cartoni animati...
I
cartoni come tesina post laurea
Poi,
nel 2001, l'incontro con l'ingegnere seguace di Sailor Moon. Spero che
queste pagine, sorte come tesina multimediale per la fine del biennio
di specializzazione dell'Istituto per la formazione al giornalismo di
Urbino, possano servire a qualche altro mio coetaneo ad avvicinarsi
a un mondo del quale io ho sempre conosciuto solo l'aspetto più
evidente: quello di uno svago, di un passatempo dove far cavalcare la
fantasia di ogni bambino. Qui ho cercato di spiegarvi come mai quei
"bambini" possano essere di qualunque età.
Sciltian,
un nome da manga
E
per finire, due parole di autobiografia. Sono nato a Roma nell'aprile
del 1974 e faccio il giornalista. Dovrei essere professionista per l'inizio
del 2003. Nel marzo del 1999 mi sono laureato in scienze politiche presso
l'Università "La Sapienza" di Roma, con una tesi in
Storia contemporanea (relatore il professor Pietro Scoppola) su "Il
maccartismo e il cinema americano, 1947 - 1967" consultabile e
acquistabile su internet al sito di tesi
on line. Il voto fu di 110/110.
Nel
maggio del 2000 ho conseguito un Master in Relazioni internazionali
presso l'Università di Bologna. Ho preferito lasciar stare la
carriera diplomatica dopo aver visto da vicino cosa comporta e soprattutto
quanti e quali santi in para-diso occorra avere per passare l'esame
di Stato in diplomazia.
Data
la passione per la storia, sono laureando presso l'Università
di Bologna alla facoltà di Lettere e Filosofia (corso di Storia,
indirizzo contemporaneo). Probabilmente la tesi sarà in Storia
del giornalismo, relatore il prof. Angelo Varni, su "Il maccartismo
e la stampa americana, 1952 - 1954". Tutto questo interesse verso
il maccartismo mi è nato dalle recenti campagne anticomu-niste
sorte in Italia dopo il crollo del Muro di Berlino. Studiare il maccartismo
mi ha provato che non sempre chi ha combattuto il comunismo lo ha fatto
in nome del liberalismo e della democrazia. Un insegnamento mai tanto
attuale, nell'Italia dal 1994 ad oggi.
Sto
terminando, come detto sopra, l'Ifg di Urbino. Nel 2001 mi è
stato asse-gnato il premio di giornalismo "Erich Fromm", mentre
proprio di questi giorni (maggio 2002) è l'assegnazione della
borsa "Mario Formenton" per il giornalismo emergente.
Scrivere
è in effetti sempre stata la mia passione. Cominciai precocemente,
a tre anni, e da allora non ho mai smesso. Ho scritto di tutto e su
tutto, dalla narrativa alle porte dei cessi, passando per commedie teatrali,
"proesia" (tra prosa e poesia...), saggi e cronaca. Non ho
mai pensato di pubblicare, ma evidentemente crescendo ho perso ritegno.
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