Strozzapreti alla marchigiana
L'avventura anticlericale di Fano
Home>Processo al meeting
 
Fano 1984: la storia
 
I protagonisti
 
Canzoni anticlericali
 
Processo al Meeting
 
Dossier multimediale realizzato da Alessandro Principe
 
Torna alla Home

Processo al Meeting


La sentenza che ha condannato due anticlericali di Fano per vilipendio

Otto mesi di reclusione per vilipendio alla religione. Tutta colpa di un "collare": quello disegnato dal vignettista Vauro in una caricatura di papa Wojtyla. Collare che ricorda quello dei vestimenti ecclesiastici dei tempi dell'Inquisizione o del nord Europa pre-riforma ma che a qualcuno ha fatto venire in mente la tazza di un water. Qualcuno che perciò si è sentito offeso.

I fatti. Siamo nel 1991, alla vigilia dell'ottavo Meeting anticlericale. All'uscita da Messa, in diverse parrocchie fanesi, i fedeli si trovano davanti delle persone che li invitano a firmare un esposto. Un esposto in cui si dice che quelli del Meeting stavolta hanno passato la misura: basti vedere l'ingiurioso manifesto in cui si vede il volto del papa uscire da un qualcosa che assomiglia vergognosamente a una latrina. Secondo gli anticlericali dietro l'esposto ci sarebbe il vice sindaco democristiano Giuliani, indispettito dal fatto di non aver trovato appigli legali per impedire il Meeting.

La vignetta coinvolta nel processo

Fatto sta che - forse anche perché il Meeting è vissuto da molti fanesi come qualcosa di ormai "tradizionale" (ricordiamoci che la prima edizione era stata fatta nel 1984), un appuntamento estivo a cui sono abituati - l'esposto non ha un grande successo: vengono raccolte circa 200 firme, spesso illeggibili. La cosa per il momento sembra non avere seguito. Ma dopo il Meeting, la procura apre un fascicolo, sulla base soprattutto della testimonianza del vice commissario di polizia di Fano che afferma di aver riscontrato in tutta la manifestazione centinaia di immagini potenzialmente offensive. Passa un anno e gli indagati, due persone considerate responsabili dell'organizzazione del Meeting, vengono convocati dal giudice per le indagini preliminari. Rischiano di essere incriminati per vilipendio, un reato che può portare a una condanna di cinque anni di carcere, triplicabili per effetto della "continuazione del reato". Quindici anni in tutto.

Le prime udienze si caratterizzano per un elemento comune: nessuna delle persone convocate in quanto firmatarie dell'esposto ricorda granché della vicenda. Le loro risposte sono costellate di "Non so…", "Non ricordo…", "Non ho visto…". Quando viene sentito il vice-commissario di Fano, non fornisce indicazioni molto più utili. Dice di ricordare che i due imputati siano responsabili di un circolo che ricollega genericamente a "gruppi anarchici". Spunta anche un "poliziotto-fotografo" che dice di aver fotografato il corpo del reato ma di non saper indicare chi glielo avesse ordinato. Né ci sono reperti sequestrati in occasione del Meeting. E soprattutto non si riesce a individuare il collegamento tra le foto e gli imputati. Insomma alla fine il Pubblico Ministero chiede l'assoluzione.

Il 21 maggio 1994, la sentenza n.126/94 pronunciata dal tribunale di Pesaro condanna S.F. e P.A.F. a otto mesi di reclusione, sospesi con la condizionale perché gli imputati erano incensurati.

 

- torna all'inizio -