Strozzapreti alla marchigiana
L'avventura anticlericale di Fano
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Fano 1984: la storia
 
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Dossier multimediale realizzato da Alessandro Principe
 
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Fano 1984: la storia

Lo striscione che scatenò proteste e polemiche

La spiaggia della città marchigiana era transennata. Decine di persone lavoravano da giorni per allestire il grande palco sul mare da dove papa Giovanni Paolo II avrebbe detto messa. Centinaia di sedie erano allineate in perfetto ordine sulla copertura di legno montata per l'occasione.

Sui muri della città, le più svariate categorie di devoti (dai commercianti, ai democratici cristiani; dai "genitori per la scuola libera" ai gruppi dell'Azione cattolica) salutavano l'arrivo del pontefice con manifesti di giubilo.

La città era stata tirata a lucido per accogliere papa Wojtyla come si deve. E come sempre accade in questi casi erano stati spesi molti soldi. Troppi, per qualcuno. Una mattina, proprio a ridosso di quella porzione di spiaggia dove i fedeli avrebbero trovato posto per la messa officiata dal papa, comparve un striscione che stonava come una campana in una banda di ottoni. "Zona De-Wojtylizzata", c'era scritto.

Il presidio anticlericale del 1984

Apriti cielo, davvero. Lo striscione era stato affisso alle pareti di un gazebo per il quale un incauto
amministratore comunale aveva concesso il suolo pubblico. Magari non ci aveva fatto caso a chi erano quei matti che glielo avevano chiesto, il permesso. Erano un gruppo di amici che a volerli definire si potrebbero dire "anarchici", o "anticlericali"; insomma gente poco raccomandabile per i benpensanti fanesi.

All'ombra del gazebo avevano sistemato qualche tavolino con dei libri e inalberato dei cartelli di protesta contro la visita papale, accusata di essere un' inutile kermessse, costosissima e poco rispettosa del pensiero laico. Il papa comunque arrivò, i fedeli ebbero quello che cercavano, non ci furono contestazioni clamorose. La "Zona De-Wojtylizzata" non ebbe più di tanta risonanza.

Ma il gruppetto di amici ci prese gusto e decise che la protesta contro la visita papale poteva trasformarsi in un convegno di tutti gli anticlericali. Un meeting (per fare il verso a quello di Cielle), insomma, a cavallo tra goliardia e impegno. Una tre giorni di musica e dibattiti sui temi della laicità, di braciole e rappresentazioni teatrali, di grandi bevute e riflessioni sull'etica slegata dalla religione.

Il Meeting si fece, alla Rocca Malatestiana di Fano, nonostante le lettere di sdegno ai giornali di cittadini che si sentivano offesi nel loro sentimento religioso, le vibrate proteste di politici zelanti, le omelie arrabbiate nelle parrocchie fanesi. Il meeting si fece e andò talmente bene da incoraggiare gli anticlericali a farne un appuntamento fisso. Oggi siamo alla diciassettesima edizione e, da quel giorno del 1984, sono successe molte cose.

 

Il sedicesimo Meeting

Le due ultime edizioni del Meeting si sono fatte a Bologna, per dare all'evento un respiro nazionale; è stata fondata l' "Associazione per lo sbattezzo"; i temi dei convegni si sono fatti più articolati e approfonditi; il meeting è accompagnato da un giornalino autoprodotto che si chiama "Il Peccato". Da realtà strettamente locale, insomma, e nonostante l'ostracismo della maggior parte dei mezzi di comunicazione, il meeting è diventato il punto di riferimento di tutti gli anticlericali italiani.
E poi dicono che le visite del papa non servono a niente...

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