Non
è stato facile farsi strada nel mondo dello sport professionistico
per la danza sportiva. Considerata da molti più uno svago,
un divertimento per allietare gli spettatori, la federazione di
danza italiana, in ombra rispetto ai grandi sport riconosciuti
dal Coni, ha dovuto lottare e sgomitare per ottenere un suo posto
nell'olimpo dello sport professionistico.
Solo
nel 1997 è stata riconosciuta come disciplina associata
dal CONI, dopo 40 anni di gavetta. La danza italiana nasce infatti
nel lontano 1953 a Milano, dove si costituì il primo nucleo
autonomo di associati. Dal '53 al '97 il passo non è stato
breve, ma raccogliendo adesioni e stimolando la nascita di nuove
associazioni in ogni parte del paese, si cominciò ad uscire
dall'anonimato.
Agli
occhi dei più risultava difficile concepire la danza alla
stregua degli altri sport agonistici. Si rifiutava il carattere
sportivo e si vedeva solo quello spettacolare. In realtà
la danza sportiva fonde queste due caratteristiche: sport e spettacolo
ijn un'unica disciplina fatta di allenamenti intensi e di un duro
lavoro di palestra e resistenza al pari di qualsiasi altro sport.
La
danza sportiva conosceva uno straordinario processo di crescita
che arrivava a maturazione il 28 febbraio del 1997 con l'unificazione
delle associazioni italiane nella: Federazione Italiana danza
Sportiva (FIDS).
Ad
oggi la Fisd conta oltre 1.000 società affiliate per un
totale di 50.000 atleti.
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