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Anche gli orsacchiotti tornano a vivere

Pierina Cesaretti, la dottoressa delle bamboleScendendo, dal Quirinale , giù per la via IV Novembre e imboccando la via Magnanapoli, una rampa di scale che sbocca su piazza Venezia, al numero 9, c'è un piccolo negozio di souvenir. Alzando lo sguardo sopra al moderno neon, campeggia una vecchia scritta: "Riparazioni bambole".

Quel piccolo negozietto di souvenir pieno di colossei, custodisce nel retrobottega un "Ospedale della bambole". E' Pierina Cesaretti da 15 anni il primario del nosocomio per bambole e orsacchiotti. "Aggiustiamo bambole vecchie e nuove, da pochi soldi o rarità, mettiamo parrucche bionde e brune, persino di capelli veri, ricuciamo occhi ai peluche, ripariamo trenini e burattini, insomma cerchiamo di rimettere a posto tutti i giocattoli che ci portano", dice la dottoressa della bambole mentre mostra i ferri del mestiere: scarpe piccole come ditali, calzette rosa e celesti, treccine e code di cavallo, e poi calotte di crani per bambolotti.

L’Ospedale non ha l’aria grave della bottega antiquaria: è invece un coloratissimo negozio di giocattoli. Qui le bambole in plastica o in vinile o gli orsacchiotti di pezza tornano a vivere. Molte aspettano il loro turno nell’atrio dell’ospedale. Oltrepassando il confine, nel retro del negozio, si arriva nella sala operatoria per bambole e orsacchiotti: una vecchia singer e tutti i ferri del mestiere, forbici, uncini, aghi e spaghi vari. Nell’ospedale di Pierina Cesaretti, un centinaio pelouche e orsacchiotti con un braccio da ricucire o con un occhio da riattaccare tornano come nuovi ai loro legittimi proprietari. I prezzi variano a seconda della gravità dell'intervento, ma il parametro utilizzato è il tempo impiegato.

 

 

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Le bambole nella storia

 

 

La più antica

 

 

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Ifg Urbino, Aprile 2004