Diddo Ciani, a Calacipolla (Cagliari)

 

 

 

Dall'impresa edile alle tavole

“Scegliere di fare del surf anche un lavoro è stata una cosa naturale. La prima cosa che faccio ogni mattina quando mi sveglio è guardare di che umore è la giornata. Mi regolo guardando un punto fisso per sapere da che parte tira il vento. E se c’è una giornata con belle onde e non posso andare divento pazzo, quindi faccio di tutto per non perderle. Mi serviva una professione che mi permettesse di non sentirmi in colpa ogni volta che mollavo il lavoro per andare a surfare”.

Il negozio apre nell’aprile del 1999. Fino a quell’anno Diddo lavora nell’impresa edile del padre. A Capo Mannu, in acqua, tra un’onda e l’altra, arriva la svolta: conosce il rappresentate per l’Europa della Quick Silver e diventa suo amico. Da lì a pensare di aprire un negozio di surf il passo è breve.
Diddo ha due negozi, uno di abbigliamento in via San Benedetto, e uno tecnico in via Pergolesi, "il più fornito di tutta la Sardegna", assicura.

“Chi ha continuato a fare surf - dice - poteva permettersi di scegliere una professione che permettesse di avere ore o giornate a disposizione per andare a surfare, senza che il tempo sottratto al lavoro causasse una perdita troppo grande”. “Molti si sono persi per strada. I motivi sono tanti. Alcuni hanno perso la voglia di farlo, altri per questioni economiche: capita di dover fare anche 100 km per surfare solo un paio d’ore, e ci vogliono soldi per viaggiare, per mangiare, a volte devi restare a dormire fuori casa. E poi devi avere tempo, e anche le spalle protette finanziariamente. La famiglia invece diventa un ostacolo solo se uno la concepisce come tale. Basta semplicemente non porsi barriere”.