Diddo Ciani, a Calacipolla (Cagliari)

 

 

 

I ricordi legati alle prime volte

Quando ha visto qualcuno fare surf la prima volta aveva 17 anni. Fu come un lampo di genio, una cosa a cui non aveva mai pensato, che fino a quel momento pensava impossibile. Salire a cavallo di un'onda, lasciarsi trasportare. E poi quei movimenti eleganti, quella comunione con il mare.

La prima onda la ricorda come fosse ieri: “Scivolavo con il viso contro l’acqua e non sentivo niente, attorno a me c’era tanto silenzio”. Un modo personalissimo di vivere il mare. Accarezzando con la punta delle dita la parete verde.
Quando Diddo e Maurizio Spinas cominciano sono soli. La gente è scettica. Tutti pensano che si possa surfare solo con le onde dell’oceano. “Noi avevamo cominciato usando le mute da sub per ripararci dal freddo e al posto dei lacci di caucciù che si usano per ancorare la tavola alla caviglia usavamo pezzi di corda. Ci inventavamo i movimenti, nessuno ce li aveva insegnati, non sapevamo nemmeno come remare”.

Nel 1982 il primo vero maestro: Jeff, un militare californiano dell’Afi. Sapendo che avrebbe prestato servizio su un’isola si porta dietro la tavola, perché “diceva che dove c’è il mare ci sono le onde”. Vanno al mare con lui, lo seguono come discepoli, cercano di assorbire la sua e sperienza e la sua confidenza con le onde.

Dopo le prime volte di Diddo e Maurizio molti cominciano a imitarli. E più arrivava accessori, riviste e video specializzati, più persone entrano in acqua. In quegli anni c’è ancora il boom del windsurf. Ma insieme alle tavole da vela, sempre più persone cominciano a chiedere quelle da onda.