Salvatore
Spanu a Serdiana,
un paese di 2.200 abitanti a venti chilometri da Cagliari, è per
tutti “Ziu Boriccu”, signor Tore. Ha 98 anni
e balla la “Sciampitta”, un’ antica
danza della Sardegna del sud, con un gruppo di giovani che hanno in media
un quarto della sua età (ziu
Boriccu).
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Quando
ziu Boriccu era giovane, la “Sciampitta”
era diversa da quella attuale. Il ballerino non faceva la capriola,
ma muoveva i piedi in aria sdraiato a terra.
La danza aveva anche un altro nome, si chiamava “sa Marghinesa”,
cioè l’acrobazia.
“Era troppo facile,
per questo ho inventato la variante dove il ballerino si ritrova con
la testa all’ingiù. E’ molto più spettacolare”,
spiega in lingua sarda
ziu Boriccu. |
L'etichetta
del vino prodotto da ziu Boriccu
Da ragazzo partecipava alle gare di ballo nei centri vicini. In palio
non c’erano coppe o targhe, ma un piatto di pastasciutta.
Una vita difficile, da aiutante in cantina a pastore, poi da emigrato
in Germania.
“Ho sempre ballato, eccetto nel periodo della guerra. Allora era
proibito fare riunioni pubbliche. Quando i fascisti vedevano gruppi di
persone, li multavano o li prendevano a colpi di manganello”.
Da giovane ziu Boriccu si occupava di contattare i suonatori
di fisarmonica e di launeddas, uno strumento tradizionale sardo
a canne. Era poi lui a portare le ragazze del paese alle sagre quando
i fratelli non erano disposti a farlo. Le feste non erano solo occasioni
di divertimento, ma veri e propri riti della vita sociale. “Spesso
è successo che una ragazza conoscesse quello che sarebbe diventato
suo marito ballando”, precisa Spanu.
Attorno al 1965 ziu Boriccu è partito in Germania,
dove già si trovava un figlio. Per cinque anni ha lavorato in fabbrica,
e anche laggiù quando poteva si esibiva per il pubblico tedesco
scatenando l'entusiasmo collettivo.
Tornato a casa è stato lui a insegnare i balli ai gruppi folkloristici
che stavano rinascendo in quel periodo. Quelli che erano giovani durante
il fascismo non conoscevano i balli tradizionali, perché il regime
li aveva vietati, e gli anziani non avevano più la voglia di ballare.
Ma non Salvatore Spanu. "Ho fatto da maestro a Serdiana
e a Dolianova, il paese vicino. Per un anno intero ho provato tutte le
sere per almeno un'ora. Non sapevano fare quasi nulla! Ho fatto un lavoraccio
per spiegare come vanno eseguiti i passi. Poi un giorno dopo l'altro si
sono visti i miglioramenti". Ziu Boriccu mostra
una foto di quel periodo, quando ancora non aveva la barba. "Ho deciso
di farmela crescere proprio dopo la nostra prima uscita di gruppo a Mandas
attorno al 1970. C'era un tipo con la barba che tutti applaudivano. Mi
sono detto: "Visto che ha quel successo, quasi quasi me la faccio
crescere anche io!".
Una vita piena, segnata dal lavoro, tanto, e dalla musica tradizionale.
Dice con orgoglio che quando si esibisce da qualche parte, gli altri gruppi
non hanno il coraggio di fare la "Sciampitta".
Lo scopo della danza è di dimostrare di essere tanto bravi da riuscire
a ballare anche in aria e tutti temono il confronto con il maestro.
"Son contento di quello che ho fatto. L'unico rimpianto che ho visto
troppa gente, anche più giovane di me, morire. Mi rende felice
comunque che ci siano ancora tanti giovani a ballare la "Sciampitta".
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