a valle del Metauro ha una storia che corre indietro nei secoli, dalla vittoria dei romani contro l'esercito di Asdrubale fino al ritiro dei tedeschi lungo la “linea gotica” che la attraversava nel 1945.

Ma le acque che scorrono attraverso questa terra hanno disegnato anche un'altra storia, fatta di sviluppo e ricchezza. Proprio a partire dal dopoguerra quando il primo bisogno fu ricostruire e c'era bisogno di pietra, di sassi, di sabbia, di cemento. C'era, in particolare, bisogno di ghiaia d i cui tutto il tratto inferiore del fiume è ricchissimo. E questo, oltre che una opportunità, è anche un problema.

Per 25 chilometri , da Fossombrone (l'antica Forum Semproni dei romani), fino alla foce a Fano, il fiume ha eroso nei secoli pezzi di pietra che correndo e sbattendo si sono trasformati in sassolini rotondi e lisci e depositati lungo la costa, sul letto del fiume, lungo gli argini e soprattutto sotto terra.


I campi coltivati vicino al corso del fiume sono ricchisssimi di ghiaia

Mentre il fiume scorre in superficie, attraversando una terra ricca, coltivata, edificata, pochi metri più a fondo scorre oggi un'acqua che nessuno potrebbe più bere.

Ed è proprio lì che vuole arrivare questa storia.

Partendo dall'alto arriverà fino alle profondità della terra, alla ricerca dei segni lasciati dallo sviluppo, dei rischi per la popolazione e per la sua acqua.

Lì sotto gli occhi di tutti ci sono strade, case, capannoni industriali, spesso vuoti, che hanno fatto la ricchezza di pochi imprenditori, capaci negli anni di trasformare queste pietre in oro.


Uno dei tanti capannoni sfitti lungo la valle del Metauro

Qua e là c'è il vuoto lasciato da quei sassolini, estratti per decenni dalla cave del Metauro, riempito da acque inquinate di laghetti artificiali o da coltivazioni intensive di grano, cavolfiori e barbabietole. Dieci anni fa fu stesa la prima legge seria su questa attività per anni sconsiderata, ma l'attività estrattiva non si è fermata e oggi rischi ambientali sono ancora presenti, nel silenzio, per molti irresponsabile, delle istituzioni.