Il fiume Sacco visto da uno studente del liceo Marconi di Colleferro

Al disatro economico ed ecologico, si aggiunge la comprensibile paura delle persone che vivono lungo il Sacco, nelle zone esposte alla contaminazione.

I primi risultati della tanto attesa indagine epidemiologica sono stati pubblicati a febbraio 2006, a distanza di quasi un anno dallo scandalo B-HCH. Le statistiche raccolte non sono confortanti.

“Appare chiaro un eccesso di patologie tumorali, specie tra gli uomini, per quanto riguarda il tumore polmonare, della pleura, e della vescica. Per le condizioni non tumorali, risultano in eccesso i disturbi del sistema nervoso periferico, la patologia respiratoria di tipo asmatico specie nei bambini, e la patologia degli organi genitali femminili”: è questa la sintesi dell’indagine sulla mortalità e sui ricoveri tra il 1997 e il 2004, condotta dal dipartimento di epidemiologia dell’asl Roma G.

ECCO ALCUNI DATI TRATTI
DALL'INDAGINE EPIDEMIOLOGICA

Decessi per Tumori tra gli uomini*
Tumore allo stomaco 171% (22/12,9)
Tumore alla pleura 701% (6/0,9)

Tumori al sistema nervoso centrale*
uomini: decessi 169% (7/4,1); ricoveri 146% (16/11)
donne: decessi 83% (3/3.6); ricoveri 147% (13/8.8)

Decessi per Leucemie*
uomini: 224% (5/2,2)
donne: 222% (3/1,4)

Disturbi e patologie dell'apparato genitale femminile*
turbe delle mestruazioni: 134% (157/117,1)
sterilità: 161% (32/19,8)
ricoveri per tumore all'utero: 128% (32/25,1)
ricoveri per tumore alla vescica: 186% (20/10,8)

Asma nei bambini dai 5 ai 9 anni**
maschi: 259% (13/5)
femmine: 219% (6/2,7)

maschi: 300% (10/3,3)
femmine: 140% (3/2,1)

 

(*dati tratti dal rapporto sulla mortalità e sui ricoveri per il periodo 1997/2000; il rapporto è calcolato sulla base dei casi osservati
nei comuni interessati rispetto alla media attesa del Lazio, escluso Roma)

(**dati tratti dal rapporto sulla mortalità e sui ricoveri
rispettivamente per i periodi 1997/2000 e 2001/2004)

L’indagine non è ancora completa: sono stati analizzati solo tre comuni sui nove coinvolti. Colleferro, Segni e Gavignano, tutti nella provincia di Roma, mentre per quelli in provincia di Frosinone c'è ancora da aspettare. Non si parla ancora di interviste e di analisi del sangue, e neanche di screening del latte materno. Per la conclusione della ricerca, è stato detto, occorrono altri due anni.

La conclusione della sintesi lascia un po’ perplessi: “Mentre per la patologia neoplastica polmonare l’esposizione lavorativa all'amianto può rappresentare una spiegazione plausibile degli eccessi osservati, l’interpretazione degli eccessi per altre malattie richiede approfondimenti analitici ulteriori”. Ma a guardare la scheda di sicurezza chimica sul beta-esaclorocicloesano, fra le tante sostanze tossiche trovate a Colleferro, ci si chiede se questi risultati non derivino proprio dallo stato di gravissimo inquinamento della zona.

Prima dell’emergenza qualcosa si sapeva già, come a Colleferro, dove l'altissimo tasso di mesotelioma alla laringe è una conseguenza tipica per quegli operai che lavoravano nella zona industriale ed erano esposti all'amianto. C'è poi da rilevare un tasso altissimo di bambini asmatici, un altro tributo lasciato dai fumi delle aziende, costruite a due passi dal centro della città.

 

 


Il dottor Ivan Trimarchi lavora ad Anagni come allergologo e otorinolaringoiatra. Da anni denuncia il precario stato di salute della popolazione della valle, senza essere ascoltato. Adesso lancia un appello ai medici di base della zona: "Molte persone che si ammalano magari vanno a farsi visitare fuori. Dobbiamo creare un registro dei tumori raccogliendo i dati dei medici di base, perché loro conoscono bene quali patologie hanno i loro pazienti". [Ascolta l'intervista al dottor Trimarchi, realizzata a marzo nel corso della conferenza "Quale futuro per la valle del Sacco"]