1.Prima
arrivarono gli slavi
Fu
subito dopo il Natale del 1943 che la
vita dei pochi abitanti di Santa Maria
al Bagno cambiò radicalmente. Quel
piccolo borgo di pescatori in riva allo
Ionio fu scelto dalle autorità
militari inglesi, insieme ad un'altra
mezza dozzina di località salentine,
per ospitare un campo di accoglienza per
i profughi della Seconda Guerra Mondiale.
Desplaced
Persons camp n°34, così era
indicato sulle cartine militari degli
Alleati, quella manciata di case in fondo
al tacco dell'Italia. Prima della guerra
Santa Maria stava lentamendte cominciando
a diventare quella località turistica
che è oggi. Le famiglie bene dell'entroterra
custruirono lì le loro dimore di
villegiatura e anche tanta gente comune
d'estate veniva a trascorrere qualche
giorno di vacanza nella "marina di
Nardò".
Per
questo, soprattutto durante il ventennio
fascista, tante nuove case erano sorte
accanto a quelle dei vecchi pescatori.
Spesso si trattava di semplici stanzette
col bagno esterno dove si viveva anche
in dieci persone, altre volte di ville
da favola.
Per
gli Inglesi non fece differenza. Furono
requisite tutte nel giro di un giorno.
La notte del 27 dicembre del 43 decine
di camion parcheggiarono nella piazzetta
sul lungomare. Trasportavano un numero
imprecisato di profuhi slavi, sfuggiti
da quella guerra che gli stessi italiani
portarono in casa loro pochi anni prima.
Fu anche per questo che il rapporto tra
i profughi provenienti dai balcani e gli
abitanti di Santa Maria si dimostrò
da subito molto difficile. Gli uni riconoscevano
negli altri un nemico. Se ne andarono
quasi tutti, dopo pochi mesi. Ma non i
soldati inglesi che gli avevano scortati
fin lì. Loro erano rimasti tutti
a Santa Maria. La gente capì perchè
solo alcune settimane dopo, quando nella
stessa piazza fermarono molti più
camion del 27 dicembre 43. Questa volta
da sotto al tendone dei furgonati uscirono
migliaia di
profughi ebrei. (continua...)
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