L'arte a portata di mano

Museo” deriva dal greco “moyseion” e, nell’antica Grecia, era il luogo sacro alle Muse, le figlie di Zeus, protettrici delle arti e delle scienze. Oggi i musei custodiscono dipinti e sculture, ma c’è un divieto: quello di toccare le opere. Infrangerlo, come per chi osava sfidare le Muse, comporta una punizione. In questo modo, però, per salvaguardare opere antiche e preziose, si finisce per escludere chi non vede dalla possibilità di conoscere l’arte e di goderne.

“Una delle gioie più belle e più grandi che la vita ci dà – afferma Aldo Grassini, inventore del Museo Tattile Statale Omero di Ancona, il primo museo nazionale dove è possibile toccare tutte le opere esposte – è la felicità che ci dà la bellezza: bisogna tutelare il diritto di tutti a conservare integro il patrimonio culturale, ma non si possono escludere a priori degli esseri umani dalla possibilità di vivere l’esperienza, l’emozione data dalla bellezza”. Il Museo Omero, nato nel 1993, ospita modelli architettonici di monumenti italiani e stranieri e riproduzioni delle sculture più famose, in particolare dell’arte greca e rinascimentale.

Nonostante, secondo Grassini, esista “soprattutto nei Paesi occidentali, cosiddetti ‘civili’, l’assurda convinzione che ciò che sta in un museo non può essere toccato, in nessun caso”, l’esempio del museo anconetano è stato esportato felicemente, grazie a mostre e collaborazioni, in altre città italiane ed europee.

Il Louvre, a Parigi, è stato il primo museo francese a inaugurare un percorso tattile e nel 2005 le due istituzioni hanno organizzato una mostra itinerante che ha coinvolto anche il Museo dei monumenti archeologici croati a Spalato. A Madrid, invece, esiste dal 1992 il Museo Tiflológico, creato dall’Organizzazione nazionale dei ciechi spagnoli (Once), dedicato però solo all’architettura. In Italia, percorsi tattili sono stati realizzati, ad esempio, dal Museo Egizio a Torino, dal museo “Pietraia dei poeti” di San Benedetto del Tronto (AP) e dal Museo delle ceramiche di Faenza.

Un caso particolare è rappresentato dalla collaborazione tra il Museo Omero e “La chiesa dell’arte”, galleria e scuola di arti plastiche diretta da Felice Tagliaferri. Felice ha perso la vista quando aveva 14 anni: nel 1998, dopo aver conosciuto lo scultore bolognese Nicola Zamboni, ha iniziato a scolpire e oggi svolge questa attività a tempo pieno.

D’altra parte, lo scultore contemporaneo Francesco Messina diceva che “l’ultimo tocco a una scultura si dà con le mani e non con la vista: solo così si capisce se l’opera è pronta per il pubblico”.


Tasti di accesso rapido

H = Pagina iniziale, M = Mappa del sito.
Sono attivabili, in ambiente Windows,
con la sequenza ALT + Accesskey + invio;
in ambiente Macintosh CTRL+ Accesskey + invio.