Per l’integrazione il Comune ridisegna i distretti


Dopo 20 anni cambia lo stradario di Prato e stabilisce un coordinamento tra le scuole
per riequilibrare le classi

Seicento mila euro per l’inserimento

Una nuova mappa disegnata dal servizio cartografico del Ced divide il territorio comunale pratese in “bacini di utenza” delle scuole dell’infanzia, delle elementari e delle medie in modo che ciascuna zona abbia una scuola di riferimento. Uno degli scopi dei nuovi distretti scolastici è riequilibrare le classi del centro in modo che gli studenti stranieri siano distribuiti nelle scuole in maniera più razionale e l'inserimento sia in questo modo agevolato. Il nuovo stradario, analizzato anche da dirigenti scolastici, consigli e circoscrizioni, è stato approvato da una delibera comunale del novembre 2006.

Il vecchio stradario era quello di vent’anni fa. Nel frattempo la popolazione pratese è aumentata, causa principale l’immigrazione; sono stati costruiti nuovi edifici scolastici e altri stanno per essere terminati; soprattutto la viabilità cittadina ha subito grossi cambiamenti: nuove strade e tangenziali e la linea di trasporto pubblico urbano Lam (Linee ad Alta Mobilità), che ha modificato le abitudini degli abitanti del centro della città.

Spiega Patrizia Bigagli, responsabile del Servizio pubblica istruzione del Comune: “è sicuramente meglio assegnare un bambino a una scuola che si può raggiungere con una corsa di 10 minuti di autobus piuttosto che metterlo in una scuola dove si può arrivare soltanto in auto. Vuol dire costringere i genitori o i nonni a spostamenti più difficili. Fermo restando che ogni famiglia può iscrivere suo figlio dove vuole”.

Gli altri servizi

 “Il nuovo stradario – afferma Giuseppe Gregori, assessore comunale alla pubblica istruzione - è entrato in vigore a partire dall’anno scolastico 2007-2008, ed è fondato su una visione della città a lungo termine: si è tentato di programmare la popolazione scolastica fino al 2011, per cinque anni, calcolando flussi immigratori e aumento della popolazione”.

Nel centro e nelle sue vicinanze abita la maggior parte degli immigrati. Una ventina di anni fa infatti i pratesi preferivano acquistare case fuori dal centro che si potessero raggiungere più facilmente con le proprie auto. Le case del centro erano in degrado e sono state spesso vendute agli ultimi venuti. Per questo motivo le percentuali di alunni stranieri della scuola Guasti (36%), della già menzionata scuola Filzi (con il record assoluto di 75% di alunni stranieri, gli alunni di origine cinese sono 61 e soltanto 20 gli italiani)  come anche dell’istituto Mascagni (45%) aumentano ogni anno e capita che le famiglie italiane vogliano spostare i figli in altre scuole. (Vedi la mappa)

 “Le scuole che si trovano nelle vicinanze di via Pistoiese continueranno ad avere una forte presenza di alunni stranieri – spiega Bigagli - ma è una realtà che non si può cambiare. Non è pensabile intervenire con un sistema di trasporto, oltre al costo troppo oneroso un intervento simile significherebbe anche allontanare i bambini dal loro ambiente. Non si è voluto spiantare i bambini ma spalmare il numero in più classi”.

Per riequilibrare le classi di scuole che si trovano nello stesso bacino di utenza dello stradario, nello stesso distretto, ci si avvale anche della “rete scolastica”, una collaborazione tra le varie scuole pratesi. Inserita anche nel “protocollo di inserimento”. Si tratta di un accordo tra il ministero alla Pubblica Istruzione, la Regione Toscana, Provincia, comuni pratesi e scuole che è stato firmato nel marzo del 2007. Per “le buone pratiche di accoglienza” sono stati stanziati 600 mila euro.

Secondo i progetti presentati dai vari istituti entro il gennaio 2008, il finanziamento serve a gestire corsi di alfabetizzazione, la formazione degli insegnanti e i corsi cosiddetti di “genitorialità”. Questi ultimi sono gestiti da psicologi e servono a far comprendere alle famiglie quanto è importante l’istruzione dei figli e quali sono i metodi utilizzati nelle nostre scuole.

Tra le attività previste c’è poi il lavoro dei facilitatori linguistici e dei mediatori culturali. I facilitatori assunti a progetto per l’anno scolastico 2007-2008 sono 15 e lavorano part time. I mediatori intervengono invece solo al momento della consegna delle pagelle e durante i colloqui con i genitori.

“Il primo problema da affrontare – spiega l’assessore alla pubblica istruzione - resta quello degli arrivi di alunni stranieri ad anno scolastico già avviato. Vengono inseriti nella classe precedente a quella a cui avrebbero diritto anagraficamente, ma spesso non conoscono neanche una parola di italiano ed è necessario seguirli con più attenzione. Comunque il primo passo, quello dell’accoglienza è ormai consolidato. C’è una commissione composta da mediatori e insegnanti che decide in quale classe è meglio inserire un bambino. Si dà la priorità alle classe dove può trovare qualche compagno che conosce o che viene dalla sua stessa regione ad esempio. Grazie alla rete di scuole poi se nella scuola di riferimento, in base allo stradario e alla residenza, non c’è posto, il bambino troverà un banco nell’istituto più vicino che ha disponibilità. Troviamo un banco per tutti”.

Una certa esperienza in materia di accoglienza scolastica dei alunni stranieri è riconosciuta un po’ da tutti. “Stradario e protocollo sono provvedimenti minimi se si pensano inseriti in un quadro decennale di politiche per l’accoglienza e l’inserimento dei figli degli immigrati”, ha commentato Andrea Frattani, assessore alla Citta multietnica.

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