“Il nuovo stradario –
afferma Giuseppe Gregori,
assessore comunale alla pubblica istruzione
- è entrato in vigore a partire dall’anno
scolastico 2007-2008, ed è fondato su una
visione della città a lungo termine: si è
tentato di programmare la popolazione scolastica
fino al 2011, per cinque anni, calcolando
flussi immigratori e aumento della popolazione”.
Nel centro e nelle sue vicinanze abita la
maggior parte degli immigrati. Una ventina
di anni fa infatti i pratesi preferivano acquistare
case fuori dal centro che si potessero raggiungere
più facilmente con le proprie auto. Le case
del centro erano in degrado e sono state spesso
vendute agli ultimi venuti. Per questo motivo
le percentuali di alunni stranieri della scuola
Guasti (36%), della già menzionata scuola
Filzi (con il record assoluto di 75% di alunni
stranieri, gli alunni di origine cinese sono
61 e soltanto 20 gli italiani) come
anche dell’istituto Mascagni (45%) aumentano
ogni anno e capita che le famiglie italiane
vogliano spostare i figli in altre scuole.
(Vedi la mappa)
“Le
scuole che si trovano nelle vicinanze di via
Pistoiese continueranno ad avere una forte
presenza di alunni stranieri – spiega
Bigagli - ma è una realtà che non si può cambiare.
Non è pensabile intervenire con un sistema
di trasporto, oltre al costo troppo oneroso
un intervento simile significherebbe anche
allontanare i bambini dal loro ambiente. Non
si è voluto spiantare i bambini ma spalmare
il numero in più classi”.
Per
riequilibrare le classi di scuole che si trovano
nello stesso bacino di utenza dello stradario,
nello stesso distretto, ci si avvale anche
della “rete scolastica”, una collaborazione
tra le varie scuole pratesi. Inserita anche
nel “protocollo di inserimento”.
Si tratta di un accordo tra il ministero alla
Pubblica Istruzione, la Regione Toscana, Provincia,
comuni pratesi e scuole che è stato firmato
nel marzo del 2007. Per “le buone pratiche
di accoglienza” sono stati stanziati
600 mila euro.
Secondo
i progetti presentati dai vari istituti entro
il gennaio 2008, il finanziamento serve a
gestire corsi di alfabetizzazione, la formazione
degli insegnanti e i corsi cosiddetti di “genitorialità”.
Questi ultimi sono gestiti da psicologi e
servono a far comprendere alle famiglie quanto
è importante l’istruzione dei figli
e quali sono i metodi utilizzati nelle nostre
scuole.
Tra
le attività previste c’è poi il lavoro
dei facilitatori linguistici e dei mediatori
culturali. I facilitatori assunti a progetto
per l’anno scolastico 2007-2008 sono
15 e lavorano part time. I mediatori intervengono
invece solo al momento della consegna delle
pagelle e durante i colloqui con i genitori.
“Il primo problema da affrontare –
spiega l’assessore alla pubblica istruzione
- resta quello degli arrivi di alunni stranieri
ad anno scolastico già avviato. Vengono inseriti
nella classe precedente a quella a cui avrebbero
diritto anagraficamente, ma spesso non conoscono
neanche una parola di italiano ed è necessario
seguirli con più attenzione. Comunque il primo
passo, quello dell’accoglienza è ormai
consolidato. C’è una commissione composta
da mediatori e insegnanti che decide in quale
classe è meglio inserire un bambino. Si dà
la priorità alle classe dove può trovare qualche
compagno che conosce o che viene dalla sua
stessa regione ad esempio. Grazie alla rete
di scuole poi se nella scuola di riferimento,
in base allo stradario e alla residenza, non
c’è posto, il bambino troverà un banco
nell’istituto più vicino che ha disponibilità.
Troviamo un banco per tutti”.
Una certa esperienza in materia di accoglienza
scolastica dei alunni stranieri è riconosciuta
un po’ da tutti. “Stradario e
protocollo sono provvedimenti minimi se si
pensano inseriti in un quadro decennale di
politiche per l’accoglienza e l’inserimento
dei figli degli immigrati”, ha commentato
Andrea Frattani, assessore
alla Citta multietnica.
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