Sorgenti del Peschiera: storia di una concessione

DAL PROGETTO ALLA CONCESSIONE

peschiera storicoL’ idea di portare l’acqua dalle sorgenti del Peschiera a Roma non è una novità: già nel 1908, sotto la gestione del sindaco Nathan, viene presentato il primo progetto dell’ impianto. Nel 1913 il comune di Roma chiese la concessione al Ministero di competenza, che viene ottenuta soltanto nel 1926, con una validità di settant’anni. In un primo momento la capitale avrebbe potuto captare soltanto 4 m3/s di acqua. Ma comprendendo le esigenze di rifornire milioni di persone, nel 1980, l’ultima fase di ampliamento del sistema acquedottistico, si concede di captare fino a 14 mila litri al secondo. Nel 1996, anno di scadenza della concessione, Acea, come molte altri organi parastatali, si sta trasformando da azienda municipalizzata in società per azioni, passaggio completato soltanto nel 1998. Nello stesso periodo ogni provincia laziale viene dotata di un organo competente a gestire la materia ambientale: gli Ambiti Territoriali Ottimali, creati con la legge n.36 del 1994. Roma  diventa Ato2 e Rieti Ato3. Nel 2002, con la riforma del titolo V, la Regione assume la competenza a concedere lo sfruttamento dell’acqua. Cambiamenti aziendali e legislativi a parte, non è più arrivata alcuna richiesta di rinnovo della concessione.

ATO3 VS ACEA
acea 2006Dalla fine degli anni Novanta le risorse idriche del Peschiera fanno parte nell’Ato3, che deve occuparsi della manutenzione ordinaria degli impianti, ma non riceve alcuno sconto sul costo dell’acqua. Nel frattempo la Regione nega la titolarità della provincia di Rieti sulle sorgenti, ma con la convenzione del 30/01/2001 stabilisce che Acea debba stipulare accordi coi Comuni che ospitano le sorgenti. Nel 2003 la Provincia presenta ricorso al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche e mette in dubbio la regolarità della proroga concessa prima dal governo e poi dalla Regione Lazio ad Acea, di continuare a sfruttare la sorgente. Dopo il pronunciamento del tribunale delle acque, lo stesso anno Acea stipula col comune di Cittaducale, che ha la competenza territoriale sulle sorgenti del Peschiera, una prima convenzione decennale in cui prevede di risarcire il comune attraverso la fornitura gratuita di acqua potabile e 300mila euro l’anno.(I soldi arrivano regolarmente fino al 2011, ma la multinazionale continua a fatturare l’acqua erogata a Cittaducale, che in questo modo accumula 4 milioni di debito, ceduti a una società di credito, ma poi dichiarati non solvibili).

VERSO UN ACCORDO.. NON RISPETTATO
regione_lazio_fotogramma 2003Nel 2006, a 10 anni dalla scadenza della concessione,  il problema sembra a un passo dall’essere risolto. La Regione Lazio, il Comune di Roma, il Presidente della Provincia di Roma per l’Ato2 e il Presidente della Provincia di Rieti per l’Ato3, sottoscrivono un accordo in cui  viene rinnovata la concessione ad Acea Ato2 per altri 30 anni. In cambio l’Ato2 si impegnava a versare 8 milioni di euro l’anno alla Provincia di Rieti e all’Ato3.  A questo vanno aggiunti 25 milioni di euro come risarcimento per lo sfruttamento della sorgente nel passatoDue anni dopo l’accordo viene riaffermato in un’altra conferenza, alla presenza degli stessi rappresentanti istituzionali. Ma la provincia di Rieti continua a non ricevere nessuno dei risarcimenti promessi da Acea. Perché? Il comune di Roma, maggior azionista di Acea, non ha mai voluto ratificare quanto deliberato dalla regione Lazio. In assenza di ratifica, Acea non ha mai versato quanto previsto dalla convenzione, cumulando, dal 2006 ad oggi, un debito di 81 milioni di euro con la Provincia di Rieti. Il mancato versamento delle cifre previste dalla convenzione ha generato, secondo i sindaci del reatino, un caro acqua per i cittadini e una non adeguata salvaguardia delle sorgenti che richiederebbero interventi strutturali, impossibili da realizzare in assenza di fondi.

LE MILLE E UNA PROROGA
comitato-referendum-acqua-pubblica 2011Il 12 e 13 giugno 2011 i cittadini italiani, con una larga maggioranza, votano si al referendum che chiede di mantenere pubblico il patrimonio idrico nazionale. Intanto nel Lazio cambia la  Giunta. Nel suo primo giorno d’insediamento, il 25 marzo 2012, il governatore Zingaretti riceve da i comitati la proposta di legge popolare numero 31, in cui si prospetta una gestione innovativa del patrimonio idrico. Il nuovo assessore all’ambiente Fabio Refrigeri, sabino, dichiara che si occuperà personalmente di premere per una  nuova legge. A dicembre 2011 la guardia di finanza, su indicazione della Corte dei Conti, mette in mora Ato2 provincia di Roma per il mancato pagamento delle somme in questione. Soltanto nel settembre 2012  Ato2 Acea presenta un piano di rientro proponendo il pagamento del canone, di circa 8 milioni, più la rateizzazione delle cifre dovute, per un totale di circa 12 milioni annui. Il piano continua a non soddisfare i sindaci del territorio di Rieti, secondo cui tale rateizzazione, divisa tra gli 80 comuni della provincia, non consente di effettuare gli interventi necessari a protezione del Peschiera. Inoltre si teme che i soldi del ristoro economico previsto per la salvaguardia delle sorgenti, semmai verranno erogati, debbano provenire direttamente dalle tasche dei cittadini, romani e reatini, attraverso l’aumento delle bollette dell’acqua.E pensare che proprio lo sfruttamento delle sorgenti porta  60 milioni di euro all’anno nelle casse di Acea. Per prevenire il rincaro delle bollette, la provincia di Roma chiede uno sconto sulle cifre dovute. Detto fatto. Nella legge di stabilità regionale, approvata il 28 aprile 2013 è scritto che Acea, identificata tra “le società che non hanno ancora rinnovato la concessione” può beneficiare di un’ulteriore proroga per stanziare il ristoro.

ASPETTANDO IL 25 MARZO
2013peschieraPer non far cadere nel dimenticatoio la petizione popolare n 31, nel luglio 2013 i comitati e molti amministratori locali si riuniscono più volte nei pressi di Sorgenti del Peschiera. Le loro parole d’ordine: gestione condivisa delle risorse idriche, sul modello del consorzio Media sabina e concessione per il fabbisogno territoriale, sull’esempio del comune di Cittaducale. Nella provincia di Rieti ancora non è stato nominato alcun gestore unico dell’acqua, quindi tutte le strade rimangono aperte.  Da via della Pisana le prime indiscrezioni sulla legge arrivano a novembre: sarebbero proprio gli avvocati di Acea ad aver scritto la prima bozza. “Sembrerebbe – dice Massimiliano Valeriani, vice presidente del Consiglio regionale del Lazio – che i legali di Acea Spa stiano predisponendo gli atti per il rinnovo della concessione della fornitura idrica delle sorgenti Peschiera-Capore, vitali per la Città di Roma: la nuova concessione avrà una durata trentennale.”

DSCN0036Anche il contestatissimo “Salvaroma” bocciato in extremis dal Parlamento, conteneva un riferimento alla multinazionale dell’acqua: nonostante un lungo dibattito in Consiglio e un emendamento, Acea era obbligata a restare pubblica al 51%. Nel decreto sostitutivo quelle righe sono scomparse, ma Il sindaco di Roma Marino preme per far restare pubblica la multiutility e per cambiare i  suoi vertici. Alla fine di gennaio, su iniziativa dell’assessore regionale all’ambiente Fabio Refrigeri, in Giunta viene discussa  per la prima volta la  delibera numero 40, schema per la futura legge regionale. I comitati dell’acqua pubblica non mancano di segnalare la loro delusione. Nella delibera 40 si afferma la regolarità delle concessioni già in atto, si istituisce un Atou ( ambito territoriale ottimale unico) con competenza in tutto il territorio regionale, gestito da un organo creato ad hoc: l’Ente Ambito Regionale,  di cui la conferenza dei sindaci sarà parte attiva. Nonostante le rassicurazioni dell’assessore all’ambiente, i primi cittadini della provincia di Rieti temono di perdere definitivamente quei 144 milioni di euro che l’Acea non ha mai pagato dal 1996. “Perché – spiega il sindaco di Cittaducale – con la creazione di un unico ambito territoriale sparisce anche l’interferenza, principio che giustifica il ristoro che aspettiamo dall’Ato 2 da quasi 20 anni”.

UN LIETO FINE?
Impianto Sorgenti del PeschieraDopo una lunga discussione, il 17 marzo in via della Pisana viene approvata la nuova legge regionale sulla gestione del patrimonio idrico. Rispetto alle anticipazioni di questi mesi, criticate da più parti, il provvedimento contiene modifiche sostanziali, apprezzate da istituzioni e comitati locali. “L’acqua è un bene naturale e un diritto umano universale “ è l’incipit della nuova legge, che recepisce in pieno lo spirito dei referendum nazionali del 2011, in cui l’acqua  viene dichiarata “pubblica e non mercificabile”; ne consegue che la sua gestione debba essere svolta senza fini di lucro, avendo come obiettivo il pareggio di bilancio. Primi titolari del bacino idrografico di competenza saranno gli enti locali, che entro 6 mesi dovranno ricevere i finanziamenti per la manutenzione delle risorse idriche e una volta soddisfatti i loro bisogni territoriali, potranno vendere l’acqua. La nuova legge mette ancora più in dubbio la legittimità della concessione e del ruolo di Acea nella gestione delle Sorgenti del Peschiera. Si spera che in futuro il Cda dell’azienda, per il momento ancora diretta da Claudio Gallo, sia più disponibile di a chiarire la sua posizione, non solo per fini giornalistici.