Ecco cosa vuol dire essere un richiedente asilo in Europa
Pubblicato il 9/04/2014
Nel 2012 335.380 persone sono scappate dai loro Paesi d’origine e hanno chiesto protezione all’Europa. Qui hanno abitato in centri accoglienza sovraffollati, aspettando anni prima di vedere riconosciuto il diritto all’accoglienza sancito dalla Convenzione di Ginevra. Hanno vissuto come invisibili, in attesa dei documenti, senza possibilità di lavorare. Lo Stato che ha accolto più richiedenti nel 2012 è stata la Germania dove sono state presentate 77.650 domande, seguita da Francia (61.450) e Svezia (43.945). L’Italia si colloca solo al settimo posto, con 17.352 richieste d’asilo.
Nel nostro Paese i migranti possono aspettare fino a due anni prima di ottenere lo status di rifugiato, anni trascorsi tra strutture temporanee, centri d’accoglienza, Cara e Sprar. Una vera e propria odissea. Anche in Germania, si attende oltre un anno prima di avere un permesso di soggiorno. Durante questo periodo i migranti non possono lavorare. Ecco perché nel 2012 un centinaio di richiedenti asilo hanno allestito una tendopoli nel quartiere Kreuzberg di Berlino. Una protesta silenziosa che va avanti da due anni.
Non va meglio in Francia, dove prima di poter presentare la domanda di asilo, il migrante deve comunicare una residenza alla Prefettura. Peccato che per ottenere un domicilio, che può essere anche la sede di una associazione, i tempi di attesa sono di quasi 5 mesi. In questo periodo, il richiedente asilo non ha alcun tipo di assistenza da parte dello Stato.
Tutt’altro scenario in Svezia, dove il richiedente asilo aspetta solo 6 mesi per avere una risposta dalla Commissione competente. In questo periodo abita in un appartamento e gli viene concessa una carta di credito. Una volta ottenuta la protezione, viene aiutato nella ricerca del lavoro e ha diritto ad un alloggio.
COME FUNZIONA L’ACCOGLIENZA IN EUROPA
ITALIA | GERMANIA| FRANCIA| SVEZIA