|
|
Madre,
figlia e nipote: tre modi per dire "Forza Roma"
La vera tifosa capitolina
in principio era ...morigerata
|
|
Urlare a squarcia gola il nome
del proprio idolo; cantare insieme alla curva cori decisamente
poco raffinati; gridare all'arbitro destinazioni tutt'altro
che esclusive. E poi innamorarsi di un calciatore e
non vergognarsene affatto. Il modus vivendi delle
passioni femminili in giallorosso si adegua ai tempi
e, con gli anni, supera pregiudizi e moralismi.
A casa Pascali di donne romaniste
ce ne sono tre, e tutte a loro modo innamorate della
squadra che ha scelto una lupa come simbolo. Ognuna
di loro ha una storia e un'emozione da raccontare, una
favola da confidare. Abitano in via Sirte, nello stesso
palazzo frequentato dal capitano dello scudetto dell'84,
Agostino Di Bartolomei, che lì aveva lo zio. Sono Mara,
Antonella e Simona. Donne e tifose, da 60 anni.
|
|
|
"La
massima aspirazione di una ragazza ai miei tempi
era sposare il farmacista o il figlio dell'avvocato,
sperando che si laureasse anche lui. Guai a farsi
vedere allo stadio, a sbirciare quegli uomini in
mutande dare calci a un pallone. Come posso dire,
non era conveniente".
Alla fine la parola la trova Mara, 70 anni, che
nelle complicate discendenze dell'albero genealogico
è madre di Antonella e Carlo, padre di Simona. Lei,
la Roma, l'ha conosciuta nel '38, quando bambina
andava allo stadio tenuta per mano dal papà, gerarca
fascista e tifoso. >>> |
|
|
Antonella,
impiegata, 43 anni. La sua prima volta allo stadio
se la ricorda come fosse ieri. Roma- Bari, anno
1968. Cantava Battisti e amava la Roma, mentre sua
madre Mara consolava il marito vittima della sindrome
da domenica bestiale della figlia femmina. Il padre
di Antonella, il dottor Marcello, il giorno della
partita si chiudeva in casa per la vergogna. Lo
spettacolo che si consumava fuori, in strada, lo
faceva rabbrividire: Antonella avvolta nelle bandiere,
pigiata con la testa fuori dal tettuccio di una
vecchia cinquecento.
>>> |
|
|
La
loro è una complicità particolare, tutta giocata
- data l'età di Simona (20 anni) e la vitalità di
Antonella - sui primi amori della nipote e sulla
devozione alla Roma di entrambe. Star dietro ai
racconti di Simona è ancora più difficile. Parla
a raffica e ha un sacco di cose da dire, d'altronde
cosa ci si può aspettare da una che ha iniziato
a parlare dicendo "Cacao gol"? (In gergo post-neonatale,
probabilmente,"Falcao facci un gol"). >>> |
|
|
(02 gennaio 2002)
inizio
© Copyright 2002
Tutti i diritti riservati
|
|
|
|