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A cura di
Stefania Zani

 
 

L'architettura di oggi riscopre i materiali del passato

Fino a un centinaio di anni fa i materiali da costruzione erano tutti “naturali”: legno, pietra, mattoni, terra cruda o cotta formavano la maggior parte delle abitazioni. Oggi il panorama è tutto diverso.

Dopo la Seconda guerra mondiale, la necessità di ricostruire velocemente ha prodotto un’edificazione su larga scala che, mentre dava finalmente un tetto a molta gente, introduceva nelle case elementi nuovi. Molte sono state le conseguenze positive. La ricostruzione è avvenuta, in genere, con l’intento di garantire ambienti salubri per tutti, facendo spesso riferimento alla cultura architettonica razionalista, che negli anni Venti e Trenta aveva stabilito standard di qualità, spazio e igiene che rappresentano una vera conquista sociale del nostro secolo.

E’ stata quella stessa cultura a porre prima l’accento sulla necessità del verde nelle città. Oggi la bioarchitettura propone semplicemente di riconsiderare le tecniche, i materiali e le ragioni che fanno da sempre parte della tradizione del costruire. Tante delle ragioni della bioarchitettura suonerebbero banali a un ascoltatore dei primi del secolo: oggi è necessario ribadirle.

Molti operatori ripetano che le difficoltà maggiori riscontrate nella realizzazione di una costruzione ecocompatibile non sono addebitabili alla committenza né a ragioni economiche ma, soprattutto nella fase realizzativa, al rapporto con le imprese. Le abitudini costruttive sono cambiate e reperire materiali naturali è più difficile che avere quelli trattati o di origine sintetica.

I materiali nocivi per la salute sono l'amianto, il piombo, alcune resine usate per la finitura del legno, i solventi e le vernici che irritano le vie respiratorie.

L'amianto è presente nei pannelli usati nella prefabbricazione, nei serbatoi dell'acqua, nei manti di corpertura. E' stato usato a partire dagli anni Quaranta. Esistono isolanti naturali in grado di sostituirlo: il sughero, i pannelli ricomposti di fibre di carta e legno, fatti con materiale naturale riciclato.

Il piombo veniva utilizzato nell'idraulica ma anche in prodotti come vernici e samalti. Anche del piombo si può fare a meno: gli scarichi dei gabinetti e le tubature possono essere fatte in polivinilcloruro.

Una casa ecologica non deve creare problemi solo a chi la abita ma anche a chi produce, installa e smaltisce i materiali. Alcune vernici sono cancerocene, una minaccia per l'artigiano che le usa senza precauzioni.

Anche per l'arredamento si devono privilegiare tessuti naturali come lino, cotone, lana, canapa, alghe e carta.

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