C’era
una volta tanto tempo libero
Il surf non è uno sport che si può
insegnare. Certo, cominciare avendo accanto persone esperte aiuta,
ma alla fine sulla tavola si sale da soli e, sempre soli, si rema
per andare incontro all'onda e cavalcarla. E Federico, come tutti
gli altri, è stato soprattutto un autodidatta, assetato
i primi anni di film, videocassette e riviste specializzate.
La difficoltà più grande degli anni d’esordio
è stata la mancanza di un’auto propria: “E' una
terribile disgrazia perché le onde migliori sono a Oristano
e a Chia. Le macchina erano poche e se non avevi il passaggio restavi
a piedi e questo era inacettabile”.
Dopo aver battuto la costa sarda, finalmente automunito, come tutti
altri Federico ha cominciato a viaggiare: Spagna, Francia, Costarica,
Australia e Indonesia. Ha partecipato a campionati sardi
– che ha vinto per tre anni - italiani ed europei.
Ora però non ha più tempo per pensare alle gare, né
tantomeno per surfare come faceva prima. “Conosco persone
– dice - che hanno un passione grandissima per il surf ma
che oggi, con lavoro e figli, hanno dovuto abbandonare. Per fare
surf regolarmente non dovresti avere nient’altro da fare.
Dovresti essere sempre pronto a spostarti ogni volta che c’è
una mareggiata, e non sono mai a comando, per esempio nel weekend,
come farebbe comodo a tutti. Per questo molti mollano pur avendo
la passione”.
|