Un anno scolastico con 45 giorni in meno e un piazzale ancora sotto sequestro ma calpestabile: queste sono le conseguenze della vicenda giudiziaria ‘black mountains’ sull’Istituto tecnico commerciale di ragioneria ‘Lucifero’ di Crotone.
Il piazzale interno della scuola, costruito con il Cic – miscela di scorie Cubilot e loppa d’altoforno – è stato posto sotto sequestro nel settembre del 2008. Da quel momento la scuola viene fatta chiudere su ordinanza del sindaco a tempo indeterminato. Il preside Sabatino Naso inizia subito la sua battaglia per la riapertura. Attacca le perizie della procura e sostiene che non c’è alcun inquinamento. “Ho forzato la mano e la provincia ha messo in sicurezza il cortile plastificando il piano – spiega Naso – così dopo 45 giorni la scuola ha riaperto”.
I danni però rimangono, soprattutto per gli studenti: “L’anno scolastico è stato convalidato con meno di 200 giorni (153), ho dovuto richiedere l’autorizzazione dal Ministero – spiega il dirigente del ‘Lucifero’ – siamo riusciti a far recuperare solo venti giorni agli studenti delle quinte classi nelle sedi dell’Università”.
Nonostante la convinzione dell’ex dirigente scolastico, la situazione però non si è ancora sbloccata. L’attuale dirigente scolastico, nonché vicesindaco di Crotone, Anna Curatola, spiega: “Ho fatto di recente richiesta per far riaprire lo spiazzo, ma la Procura mi ha risposto pochi giorni fa dicendomi che non siamo autorizzati”. Intanto, però, tutti i piazzali intorno alla scuola sono percorribili, nonostante la mancata autorizzazione della Procura. E non ci sono recinzioni o impedimenti di alcun tipo.
Eppure, nessuno sembra preoccupato nell’istituto. Gli attuali studenti non sanno nulla dei piazzali costruiti con il Cic. I collaboratori scolastici, invece, affermano: “Qui non c’è inquinamento, non c’è niente. Un mio amico, infatti, ha chiesto di far costruire uno spiazzo davanti casa col Cic, tanto è sicuro”.