Alla scoperta del Grande Fratello

Secondo rapporto all'Europarlamento: "Echelon favorisce le imprese Usa"

Da Grande Fratello a spia commerciale

Minaccia alla libertà di tutti o all'economia del vecchio continente?


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Altro che gigantesco "aspirapolvere" in grado di captare con capillare meticolosità tutte le comunicazioni del globo. Altro che occhio elettronico capace di spiare indistintamente tutti gli abitanti del pianeta. Echelon non è il Grande Fratello, inquietante minaccia alla privacy di ognuno. Non più, o almeno non solo. E’, piuttosto, una "banale" spia commerciale, rete di spionaggio ormai datata che cerca di mantenersi in vita e al passo con i tempi, passando informazioni riservate alle grandi aziende americane e facendo pressioni politiche sui governi di tutto il mondo. Parola di Duncan Campell: è lui, giornalista investigativo scozzese da più di dieci anni impegnato in ricerche su Echelon, l’autore di "Interception Capabilities 2000", secondo rapporto sulla rete di sorveglianza globale, commissionato, come il primo, dallo Stoa, lo Scientific and Technical Option Assessment del Parlamento europeo. Redatto a maggio del 1999, a un anno e mezzo di distanza da quello della Omega Foundation, lo studio di Campbell è stato presentato alla Commissione libertà civili e affari interni di Bruxelles il 22 febbraio 2000, insieme con altre tre relazioni sui "rischi di abuso economico nelle nuove tecnologie di sorveglianza elettronica".

Echelon e l’e-commerce, dunque. A differenza delle tesi ideologiche e apocalittiche sostenute da Wright, autore del rapporto 1998 ("Tutte le comunicazioni via telefono, fax e posta elettronica sono intercettate dalla National Security Agency"), l’approccio di Campbell è politico e commerciale. Innanzitutto, una rassicurante precisazione: "Non sono ancora disponibili strumenti automatici di riconoscimento di una specifica parola nell’ambito di una telefonata". Quindi, non è mai esistito quel sistema di analisi così sofisticato da scandagliare parola per parola le telefonate alla ricerca delle famose keywords, come sosteneva il primo rapporto Stoa. Al massimo "esistono - si legge in "Interception Capabilities" - dei software sperimentali che provano a riconoscere una voce piuttosto che un’altra".

Il sistema di intercettazione messo su da Nsa e alleati a partire dagli anni ’70, conferma Campbell, è davvero mastodontico: 120 satelliti spia, almeno dieci basi terrestri, antenne dislocate in quattro continenti, il tutto a un costo annuo compreso tra i 15 e i 20 miliardi di dollari. L’attività di spionaggio, però, non è così indiscriminata come si credeva: il "grande orecchio elettronico" della Nsa non ascolta contemporaneamente le conversazioni di ognuno, ma è puntato su sospetti criminali, politici, diplomatici e, soprattutto, grandi aziende. Bersaglio principale, negli ultimi anni, l’Europa. Obiettivo: favorire le companies americane nei grandi accordi commerciali internazionali. Insomma, ecco la vera novità del nuovo rapporto, Echelon avrebbe consentito agli americani "di avere informazioni fondamentali sul piano economico e conquistare una posizione più interessante sui mercati commerciali" ai danni degli europei.

Se già l’anno scorso un ex-agente della Nsa, Wayne Madsen, aveva raccontato che il colosso americano delle comunicazioni AT&T avrebbe soffiato in extremis alla giapponese Nec un contratto in Indonesia, Campbell esibisce le prove di altri due casi in cui i dati raccolti da Echelon sono stati utilizzati "abusivamente" per sottrarre a imprese europee commesse per oltre sette miliardi di dollari. "Nel 1994 - spiega - la Nsa ha intercettato telefonate fra Thomson-Csf e il Brasile riguardo la vendita di un sistema di sorveglianza della foresta amazzonica: valore 1,3 miliardi di dollari. La compagnia venne accusata di avere versato tangenti a membri della commissione di selezione brasiliana. La commessa andò alla US Raytheon Corporation". Ancora: nel 1995 "tutti i fax e le telefonate tra il consorzio europeo Airbus e le aerolinee dell’Arabia Saudita furono utilizzati per far vincere un bando di gara da sei miliardi di dollari alla Boeing e McDonnell Douglas". Anche in questo caso i funzionari dell’Airbus vennero accusati di aver offerto bustarelle a esponenti del governo saudita.

Prima destinato allo spionaggio "classico" oltre la Cortina di ferro, poi riconvertitosi alle intercettazioni commerciali sull’Europa, Echelon è comunque in difficoltà: se la rete Ukusa riesce tranquillamente a monitorare le comunicazioni via satellite, la crescita di Internet, l’utilizzo di cavi a fibre ottiche, lo sviluppo delle tecniche di crittografia hanno reso inadeguata una parte consistente del sistema: "Le comunicazioni criptate, trasmesse a più di 64 bit, su fibre ottiche sono più difficili e più costose da spiare", sottolinea Campbell. Per questo, secondo lui, Echelon sta correndo ai ripari con due diverse strategie. La prima: l’aggiornamento delle tecnologie utilizzate per le attività di spionaggio. Ecco allora venire in soccorso le aziende americane produttrici di software, come l’Ast, che produce il "Transponder" per intercettare i nuovi satelliti, lo "Snapper" per monitorare le bande e registrare i dati e l’unità "Acquisition Data" per analizzarli. La seconda: le pressioni diplomatiche su governi e aziende perché le intercettazioni siano consentite più facilmente. Ne è un esempio - afferma Campbell, sostenendo di averne le prove - l’accordo che Ibm e Microsoft avrebbero stipulato con la Nsa per fornirle le chiavi di accesso ai programmi di software e ai browsers Internet venduti agli europei. In pratica, un microsistema di ascolto verrebbe direttamente inserito nei computer destinati ai mercati europei al momento della produzione. Un caso per tutti: il sistema Notes, usato per la corrispondenza confidenziale del parlamento svedese e fornito da Ibm a Stoccolma con una modifica "per poter essere letto dalla Nsa".

Nella stessa ottica andrebbero interpretate le insistenze del governo americano nei confronti dei paesi europei per un regolamento mondiale in materia di intercettazioni: regolamento che vorrebbe imporre l’uso di tecnologie e standard di crittografia prodotti dagli Stati Uniti e controllati dai servizi segreti americani. A questo scopo servirebbe anche il gruppo di studio "Ilets" (International Law Enforcement Telecommunications Seminar) creato nel 1993 da americani ed europei per elaborare un codice che doveva autorizzare le intercettazioni delle comunicazioni da parte delle forze di polizia internazionali. Gruppo, però, "fondato dal Fbi" e al quale, secondo Campbell, rappresentanti di paesi dell’Unione e delle istituzioni comunitarie parteciperebbero "all’insaputa dei parlamenti europei e dei loro elettori".

La guerra fredda è dunque passata, Echelon resta. Con nuovi compiti. Il che, da un lato, potrà essere rassicurante: la privacy di milioni di persone "qualsiasi" sembra del tutto fuori pericolo. Ma, dall’altro, disegna punti interrogativi su un’altra e altrettanto complessa questione: le relazioni Usa-Ue, dalla sicurezza nazionale al commercio elettronico, passando per la protezione dei dati personali.